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sabato 12 aprile 2014

Con la mitezza di un asinello - Riflessione sul Vangelo di domenica 13 aprile 2014

"Che asino che sei!" Forse a molti di noi da bambini ci sarà capitato di sentirci paragonare a questa bestia da soma quando i nostri profitti scolastici non raggiungevano livelli di eccellenza... Ma a guardarlo bene, l'asino è proprio un animale simpatico: lavora e porta grossi pesi senza lamentarsi, è docile e si lascia guidare, è mite e non aggredisce chi gli si avvicina. A me gli asinelli stanno proprio simpatici... e anche a Gesù!
Gesù sceglie di arrivare a Gerusalemme cavalcando un asinello e attraverso questa cavalcatura si presenta ai giudei e anche a noi come Re mite e umile.
I re di questo mondo, oggi forse potremmo parlare di presidenti di nazioni ma anche di multinazionali, esercitano il loro potere, comandano e gli altri devono eseguire; si circondano di guardie del corpo, di persone che siano pronte a perdere la propria vita per salvare la loro; vedono tutto come un loro diritto e sfruttano chi è loro sottomesso.
Gesù è Re nella maniera opposta: non comanda né obbliga nessuno a seguirlo, infatti sulla croce sarà solo, abbandonato anche dai suoi; non ha chi lo difenda ma anzi è Lui a donare la sua vita per noi; compie il pieno dono di sé come atto totalmente gratuito, come atto di amore vero.
La Settimana Santa che stiamo iniziando è il tempo che la Chiesa ci dona per contemplare questo meraviglioso dono di amore, non fermiamoci solo a considerare la sofferenza di Gesù, guardiamo cosa lo ha spinto ad abbracciarla: l'amore per noi!
Lasciamoci plasmare da questo dono d'amore, impariamo da Gesù a vivere anche noi da Re!
Re che si mettono a servizio dei fratelli, sempre, in ogni situazione, anche nei momenti più difficili. Anche se fossimo costretti su un letto di ospedale, invece di pensare solo alle nostre sofferenze e magari prendercela con Dio e il mondo intero, proviamo a ringraziare il Signore per quella sofferenza e offriamola per la salvezza dei nostri fratelli, di quelli che più ne hanno bisogno. Se ci lamentiamo peggioriamo solo la nostra condizione, se invece ci affidiamo al Signore Gesù e gli offriamo tutta la nostra vita, le nostre fatiche e i nostri insuccessi, anche ciò che ci sembra una perdita Egli lo trasformerà in vittoria come ha trasformato la sua croce nella nostra salvezza.
Re miti che non impongono le proprie idee, i propri modi di fare, che non criticano e giudicano solo perché l'altro è diverso da me, la pensa in maniera differente; Re che sanno riconoscere sempre nell'altro che ho di fronte un fratello e non un nemico.
Re umili che non cercano la propria gloria perché hanno compreso che non c'è benessere personale se non c'è benessere comune, che saremo veramente felici solo se saremo tutti felici.

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