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sabato 19 dicembre 2015

Gioiosa trepidazione - Riflessione sul Vangelo di domenica 20 dicembre 2015

Non so voi, ma quando ho qualche evento importante, qualcosa a cui tengo molto, la notte precedente dormo poco e alle prime luci dell'alba sono già sveglio. Un po' è la paura di fare tardi ma soprattutto è l'emozione di vivere quanto sto attendendo con impazienza. Mi affretto, faccio attenzione a non perdere tempo, faccio di tutto per arrivare rapidamente, per non perdere nemmeno un secondo.
Penso che, chi più chi meno, tutti ci siamo trovati in questo particolare stato di eccitazione dato dal desiderio di vedere compiuto ciò che stavamo attendendo.
Come noi, anche Maria deve aver provato questa eccitazione, il Vangelo di questa quarta domenica di Avvento ce la presenta che "si alzò e andò in fretta" a fare visita la cugina Elisabetta. Per capire questa trepidazione di Maria dobbiamo fare un passo indietro, appena prima l'Evangelista ci racconta dell'Annunciazione: l'angelo Gabriele annunciandole che sarebbe diventata la Madre del Figlio dell'Altissimo le lascia come segno proprio la gravidanza inattesa e straordinaria dell'anziana cugina. La dolce attesa di Elisabetta è così il primo segno che quanto annunciato dall'Angelo si sta compiendo, l'inizio della cosa più grande e importante di tutta la storia dell'umanità: Dio si fa uomo, Dio viene ad abitare in mezzo a noi. Maria, quindi, non può farsi sfuggire nemmeno un minuto, non può perdersi nemmeno un secondo di questa meraviglia che il Signore le ha annunciato, in cui avrà una parte fondamentale. Sarà l'occasione per ogni uomo di incontrare Dio faccia a faccia, di sperimentare il suo amore misericordioso non come qualcosa di lontano, di calato dall'alto, ma di vicino, offerto con tenerezza e delicatezza. Maria non può perdersi nemmeno un istante ti tutto questo per cui si alza e va in fretta a trovare Elisabetta. Appena arrivata saluta la cugina e il bambino che questa porta in grembo sussulta di gioia e colma anche la madre di quella gioia ben più grande della più grande delle gioie terrene, di gioia che viene dall'alto, di Spirito Santo. Elisabetta risponde al saluto e in questa risposta troviamo il motivo della gioiosa trepidazione di Maria: "Beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto".
Maria è piena di entusiasmo perché ha semplicemente scelto di fidarsi di Dio, delle sue parole, del suo invito, del suo disegno d'amore, questo l'ha colmata d'amore, di gioia e di attesa.
"Beata lei!" ci verrà da dire...
Ma beati noi, piuttosto! Già perché Maria si è affrettata ad andare da Elisabetta per vedere il segno dell'inizio del compimento della Salvezza poi ha dovuto affrontare la gravidanza, con tutte le difficoltà e i pericoli che comportava nella sua situazione, è stata Madre del Figlio di Dio, l'ha accompagnato e seguito per tutta la vita, fin sotto la croce, dopo la resurrezione è stata punto di riferimento per gli Apostoli. Maria ha vissuto tutta la nostra redenzione non da un punto di vista privilegiato ma, al contrario, vivendo un compito importante e difficile. In ogni momento della sua vita, però, non ha smesso di credere nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto e così è andata avanti, giorno per giorno, affrontando ogni fatica e difficoltà affinché noi, oggi, potessimo ancora sperimentare che davvero Dio si fa vicino a ciascuno di noi.
Se solo ci pensassimo bene! Ci renderemmo conto che ogni giorno noi abbiamo la possibilità di partecipare non solo al primo segno della salvezza, come Maria nella Visitazione, ma a tutta la Salvezza compiuta! Ogni volta che celebriamo l'Eucarestia il Signore ci parla attraverso la sua Parola come ha parlato a Maria attraverso Gabriele, si dona a noi nel suo Corpo e nel suo Sangue! A pensarci bene dovremmo avere in noi quella stessa trepidazione di Maria ogni volta che ci alziamo e ci avviamo a partecipare alla Messa! Anzi dovrebbe essere anche più grande!
Invece spesso prendiamo parte alla celebrazione dell'Eucarestia con svogliatezza, più perché è un dovere che per incontrare il Signore Gesù. Arriviamo tardi, siamo disattenti, pensiamo ai nostri affari. Qual'è il problema? Che non abbiamo ancora creduto a ciò che il Signore ci ha detto! Per questo non siamo felici, non siamo beati!
In questi ultimi giorni di Avvento chiediamo al Signore che ci renda capaci di credere veramente, con il profondo del cuore, che quello che ci è stato annunciato dalla sua Parola, da tanti testimoni nella nostra vita, catechisti, sacerdoti, amici, religiose, che, cioè, egli è venuto alsalvarci, si è fatto uomo per ciascuno di noi, per mostrarci il suo amore, la sua misericordia, non è una bella favoletta ma realtà! Chiediamogli di credere profondamente e di donarci quella santa e gioiosa trepidazione che fu di Maria nell'andare a far visita a Elisabetta, chiediamo che ci colmi della gioia dello Spirito così che anche noi possiamo continuare con fiducia, serenità e speranza il nostro cammino e vivere ogni giorno secondo il grande disegno d'amore del Padre.

sabato 12 dicembre 2015

Purificati per gioire veramente - Riflessione sul Vangelo di domenica 13 dicembre 2015

Avete mai organizzato una festa a sorpresa per qualcuno? Se lo avete fatto sicuramente volete molto bene al festeggiato perché è una impresa riuscire ad organizzare tutto senza farsi scoprire ma altrettanto sicuramente il festeggiato si fida molto di voi perché per fare la sorpresa molto probabilmente avete dovuto convincerlo a seguirvi senza fare troppe domande.
Siamo tutti abituati fin da piccoli a determinare la nostra vita, a controllarla, a scegliere cosa fare e cosa non fare. Ci piace molto poter decidere liberamente e quando questa libertà ci viene negata rimaniamo molto contrariati, scegliere poi di fidarci e lasciarci condurre da altri è davvero una cosa molto rara.
Anche nella vita spirituale ragioniamo così, pensiamo sia una questione di cose da fare, di scelte radicali, di cambiare totalmente le nostre abitudini, di eliminare tanti comportamenti. Quest'idea è ben radicata in ciascuno di noi ed è ciò che ci fa rimandare la scelta della conversione sempre a domani, come l'inizio della dieta, perché, in fondo come la dieta, capiamo che la conversione ci farebbe bene ma ci piace tanto quello che abbiamo che preferiamo rimandare ancora.
Le folle che avevano ascoltato la predicazione di Giovanni Battista avevano intuito che quello che il Precursore annunciava era ciò che avrebbe cambiato radicalmente la loro vita, era la salvezza che tanto stavano aspettando, per cui, forse con un po' di timore, avevano chiesto a Giovanni "cosa dobbiamo fare?"
La risposta del Battista deve averli stupiti, come deve stupire noi oggi: continuate a vivere la vostra vita, scegliete solo di vivere con giustizia e carità. Nessuna spogliazione, nessuna rinuncia, nessuna privazione, vivi solo la tua vita con attenzione a chi ha bisogno e svolgendo il tuo lavoro con onestà e giustizia.
A noi non è chiesto di fare altro, non dobbiamo voler controllare anche la nostra conversione! Viviamo con giustizia e carità e poi lasciamo che faccia il Signore.
È il Signore Gesù che ci battezza in Spirito Santo e fuoco, è lui a compiere la conversione in noi, è la sua grazia che ci insegna a discernere il bene dal male, il vero dal falso, il giusto dall'ingiusto. Dobbiamo solo lasciarci immergere nello Spirito Santo che è l'Amore del Padre e del Figlio, dobbiamo solo lasciare a lui il controllo della nostra vita, dobbiamo iniziare a scegliere secondo la verità che ci rivela, secondo l'amore ce ci ispira, secondo il bene che ci fa desiderare di compiere.
La conversione non è un atto faticoso, è permettere al Signore di trasformare la nostra vita, di renderla conforme al suo amore, di portarla al suo compimento. Senza paura dobbiamo mettere tutta la nostra vita nelle mani del Signore, dobbiamo lasciare che ci faccia vedere cosa ci fa male, cosa ci chiude in noi stessi, cosa ci isola dagli altri e dobbiamo permettergli di purificarci, di bruciare, cioè, nel fuoco del suo amore tutto ciò che non è secondo il nostro bene. Se l'idea ci spaventa almeno un po' è del tutto normale, siamo abituati ad avere il pieno controllo della nostra vita, siamo affezionati ad ogni sua parte e l'idea di lasciare il controllo ad un altro e permettergli di togliere ciò che non va è normale che ci atterrisca.
Ma possiamo fidarci? Io direi proprio di sì! Il Signore Gesù viene a salvarci, viene a colmare la nostra vita di gioia, di pace e di serenità. La Chiesa ci invita in questa domenica a gioire perché il Signore è vicino, viene a liberarci dalle nostre schiavitù, a custodirci da ciò che ci fa male.
Ma come si fa a riconoscere l'azione dello Spirito? Basta volerlo! Il Signore parla a ciascuno di noi in modo diverso, così come ciascuno può comprendere. Ci parla attraverso la sua Parola, in ciò che ci accade, attraverso tante persone, in molti modi diversi e non dobbiamo temere perché continua a ripetere ciò che vuole dirci finché non l'abbiamo capito.Il Signore parla alla nostra vita come con una sinfonia in cui tanti strumenti diversi suonano ma tutti compongono un'unica melodia.
Il nostro Avvento continui, allora, nell'attesa del Signore che viene a convertirci, viene a purificare la nostra vita dal male e dalla falsità per donarci la gioia vera.