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sabato 21 giugno 2014

Realmente nutriti di Colui che ci ha amati - Riflessioni sul Vangelo di domenica 22 giugno 2014

Quando amiamo veramente qualcuno desideriamo trascorrerci il maggior tempo possibile e ci inventiamo molti modi per dimostrare il nostro amore: ce ne prendiamo cura, cerchiamo di soddisfarne le necessità, di dare quello di cui la persona amata ha bisogno.
Gesù ci ama con tutto se stesso e vuole dimostrarcelo in modo che noi possiamo comprenderlo, attraverso segni a noi familiari, vuole stare sempre con noi e vuole farci comprendere che si prende cura di noi, che ci dona ciò di cui abbiamo bisogno.
La fantasia del Signore è ben più fervida della nostra e così si è inventato questa cosa meravigliosa che è l'Eucaristia, capiamo meglio questo dono splendido!
Di cosa non possiamo fare a meno? Del cibo, senza nutrimento il nostro corpo smette di funzionare a dovere e si ammala, il cibo è, quindi, un elemento indispensabile per la nostra vita, anzi è ciò che ci mantiene in vita, infatti in tutte le culture del mondo offrire cibo è segno di cura e amore, quando si vuole bene ad una persona le si offre da mangiare... e le nonne in questo sono speciali!
Gesù, allora, ci dimostra il suo amore nutrendoci ma non ci dona un cibo terreno che non sazia mai del tutto, ci dona un cibo eterno, che ci dona vita eterna. Per dimostrarci che ci ama davvero con tutto se stesso ci dona non un cibo qualunque ma ci dona la sua carne, ci dona se stesso.
L'Eucarestia è questo dono, è la sua carne, è Gesù che si dona a noi, che ci nutre di se stesso, che ci dona il suo corpo e il suo sangue, non in modo simbolico ma in modo reale! Il pane non è più pane ma Corpo di Cristo, il vino non è più vino ma Sangue di Cristo, realmente! Anche se a noi continuano ad apparire come pane e vino, dopo la consacrazione, attraverso le stesse parole di Gesù nell'Ultima Cena, pane e vino smettono di essere quello che sono e diventano Corpo e Sangue di Gesù.
Un detto diffuso tra i nutrizionisti e i patiti delle diete dice "noi siamo quello che mangiamo" nel senso che il cibo che ingeriamo determina lo stato di salute del nostro organismo... e hanno ragione! Per questo Gesù ci dona se stesso come cibo, perché possiamo vivere di Lui, affinché sia Lui il nostro sostegno, la fonte della nostra vita, non una vita terrena ma una vita eterna.
Donandoci il suo Corpo, quel Corpo inchiodato alla Croce, e il suo Sangue, quel Sangue versato durante tutta la Passione, ì Gesù ci ha dimostrato e ci dimostra ogni giorno, che ci ama con tutto se stesso, non con un simbolo ma con il reale dono di sé a noi.
Ma proprio perché l'Eucaristia non è solo un simbolo (un simbolo non nutre!) ma è la presenza reale del Signore Gesù, Egli può così restare realmente con noi sempre. Ogni volta che entriamo in chiesa e ci fermiamo a pregare davanti al tabernacolo sappiamo che lì c'è realmente Gesù che si dona a me, che mi ha amato così tanto da essersi donato totalmente e di aver lasciato questo mirabile Sacramento perché anche io che vivo ora, 2000 anni dopo l'evento della Pasqua, lo possa incontrare realmente presente, perché possa nutrire davvero la mia vita, non in un ricordo o con un simbolo ma con il vero dono di Sé affinché io possa vivere di Lui.

venerdì 13 giugno 2014

Una continua sorpresa - Riflessione sul Vangelo di domenica 15 giugno 2014

Uno degli elementi più belli di un'amicizia è che, per quanto conosci l'amico, rimane sempre una sorpresa continua, anche se ci si frequenta da molto tempo e si sono condivise molte esperienze, ogni giorno c'è qualcosa di nuovo da scoprire, così come noi siamo una sorpresa continua per i nostri amici. 
La relazione che abbiamo con Dio è una relazione personale il che significa che anche Dio è per noi una sorpresa continua, anzi lo è molto di più di tutti i nostri amici e conoscenti messi insieme. 
Questa domenica la Chiesa ci fa celebrare la solennità della Santissima Trinità, ci invita a guardare a Dio che è Uno e anche Trino... ma com'è questa cosa?
Quanti hanno svolto il compito di catechista sanno bene che è uno degli argomenti più difficili da trattare con i bambini e i ragazzi... Come può Dio essere Uno e nello stesso tempo essere in Tre? Argomento difficile perché nemmeno noi abbiamo trovato la risposta a questa domanda...
Ma è proprio qui il problema: vogliamo trovare una risposta, vogliamo poter spiegare Dio, più o meno come si fa con il teorema di Pitagora... e però non ci riusciamo!
Invece, allora, di provare a spiegare Dio, cerchiamo di conoscerlo di più... come si fa? Esattamente come con tutte le altre persone: frequentandosi, ascoltandosi, dialogando.
Dio si presenta a noi e ci dice di Sé:  «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà». 
Quante volte pensiamo che Dio sia un giudice severo che non attende altro che poterci bacchettare. Molte volte, parlando con le persone, specie nella confessione, mi accorgo che l’idea di Dio più diffusa è quella di un capo esigente che ci chiede un comportamento irreprensibile, altrimenti punizione! Ma è anche molto diffusa l’idea di un Dio distratto che si dimentica di noi, che ci lascia in balia delle nostre difficoltà, delle malattie, delle disgrazie. Ma tutto questo non è Dio! Dio è misericordia, amore e fedeltà! Non dobbiamo temere se nella vita sbagliamo, se scegliamo il nostro egoismo, se preferiamo fare di testa nostra, Dio vuole perdonarci, vuole riconciliarci con Sé! Non si dimentica di noi, il suo è un amore fedele, che non viene meno, che non si stanca né si dimentica! Se qualche volta ci sembra di esser stati dimenticati è perché stiamo facendo capricci, perché non vogliamo vivere la situazione in cui ci troviamo, perché pensiamo che Dio ce la dovrebbe togliere, invece quando anche il Signore permette delle sofferenze nella nostra vita ci dona tutta la forza e la grazia necessarie per affrontarle e le trasforma in possibilità di incontro con Lui, le sofferenze della nostra vita sono l’occasione per scoprire che davvero l’amore di Dio è fedele.
Dio ci ha amati così tanto da dare per noi suo Figlio, il Padre ama ciascuno di noi così tanto da ritenerci più importanti del proprio Figlio Unigenito. Il Figlio, poi, ci ha amati così tanto da aver voluto farsi uomo come noi e per noi si è lasciato inchiodare ad una croce, ha versato il suo sangue per ciascuno di noi. Anche questa è una cosa che rischiamo di “sapere bene” ma che non abbiamo mai contemplato. Fermiamoci, allora, in questa domenica a contemplare di quale amore Dio ci ama, apriamo il nostro cuore all’azione dello Spirito Santo affinché lo inondi dell’amore di Dio, un amore concreto e reale. Permettiamo a Dio di toccarci il cuore con il suo amore, di sorprenderci continuamente, lasciamoci portare in quella comunione d’amore che Padre, Figlio e Spirito si donano vicendevolmente nell’eternità e nella quale ci vogliono accogliere affinché ciascuno di noi possa vivere della loro vita, nella gioia senza fine.

sabato 7 giugno 2014

Un fuoco d'amore - Riflessione sul Vangelo di domenica 8 giugno 2014

"Stanchi della solita vita?" Qualche anno fa una pubblicità iniziava in questo modo, proponeva un prodotto che avrebbe cambiato la vita di chi l'avesse utilizzato.
A tutti, penso, capiti nella vita un periodo in cui ci si sente stanchi della solita routine, della monotonia degli eventi che si susseguono identici, forse ci rimproveriamo di non avere il coraggio di cambiare qualcosa che rompa questa situazione di stallo, forse pensiamo di non esserne capaci e, alla fine, ci rassegniamo a vivere così, chiusi in noi stessi e nelle nostre abitudini.
Anche gli Apostoli, pur dopo la gioia della Resurrezione di Gesù, avevano continuato una vita ordinaria, erano tornati ai loro lavori, continuavano a stare insieme ma in modo fiacco e abbastanza scoraggiato. Gesù era risorto e asceso al cielo e ora, davanti a loro, si profilava il ritorno alla normalità di quello che avevano prima dell'incontro con Lui... ma ad un tratto tutto cambia, quello che Gesù aveva promesso si compie, scende su di loro lo Spirito Santo. Un'esperienza nuova, diversa da ogni altra, una grande potenza difficile da descrivere, gli Apostoli si scoprono ripieni di Dio, del suo amore, della sua forza e la gioia diventa incontenibile. Fino a quel momento timorosi e paurosi erano rimasti zitti e nascosti, ora devono uscire e annunciare a tutti che Dio ha salvato il suo popolo, che la promessa è compiuta in Gesù morto e risorto.
La timidezza e la paura si trasformano in coraggio e autorevolezza, iniziano a raccontare le meraviglie di Dio e tutti sono in grado di capirli malgrado parlino lingue diverse. La confusione di Babele è finalmente risolta, Dio torna ad essere colui che riunisce tutti gli uomini insieme in un'unica grande famiglia, come veri fratelli.
Che evento meraviglioso hanno vissuto gli Apostoli quel giorno di Pentecoste di duemila anni fa e da allora tutta la Chiesa continua a ricevere il dono dello Spirito: nei sacramenti, nella preghiera, nella carità fraterna.
Ma anche io? Sì!!! Lo Spirito Santo desidera scendere nel cuore di ciascuno di noi per inondarlo della sua gioia, del suo amore, della sua pace, vuole infiammarci con il fuoco della sua carità e far fare anche a ciascuno di noi quell'esperienza di gioia e di annuncio coraggioso come gli Apostoli il giorno di Pentecoste.
Apriamo il cuore e chiediamo allo Spirito di riempirlo di Sé! Vieni Spirito e riempi il mio cuore!
È Dio stesso che si dona a noi, che viene a dimorare in noi, che risveglia i doni e i carismi che ci ha donato con il Battesimo, con la Cresima, doni che ci faranno progredire nella relazione con Lui e carismi che metteremo a servizio dei fratelli perché la nostra famiglia, la famiglia dei figli di Dio, possa continuare a crescere, affinché tanti scelgano anche loro di dire sì al Signore. Non sono super-poteri che possiamo usare a nostro piacimento ma sono sensibilità, capacità, abilità che saranno utili ai fratelli che il Signore porrà sulla mia vita che, così, non sarà più inutile ma preziosa perché attraverso le mie povere azioni e parole passerà la potenza creativa e salvifica di Dio.
...e tutto questo... gratis! Sì, gratis! Il Signore non si fa pagare i suoi doni, altrimenti non sarebbero più doni, non pretende nulla da noi, non ci chiede di essere perfetti, ci chiede solo di dire di sì a Lui e di lasciarci plasmare dalla sua grazia, dalla sua forza, dal suo amore e così impareremo ad abbandonare quelle azioni, quegli atteggiamenti, quei vizi che ci fanno solo male perché non sono secondo l'amore di Dio.
Dall'esterno forse la nostra vita sembrerà quella di prima, non ci ritroveremo con il conto in banca pieno o con una villa lussuosa, non smetteremo di dover affrontare problemi e difficoltà ma ora lo faremo con il Signore nel cuore, con la sua pace e la sua serenità che nascono dal sapere che è Lui a provvedere a noi e a non farci mancare nulla di ciò che ci serve per rimanere uniti a Lui e per vivere già da ora la vita eterna.
Vieni Spirito Santo e trasforma il mio cuore!!!