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sabato 15 febbraio 2014

Verso una giustizia più alta - Riflessioni sul Vangelo di domenica 16 febbraio 2014

A chi piacciono regole, norme, leggi?
Penso a nessuno eppure capiamo che sono utili, e spesso anche necessarie, per mantenere una convivenza civile.
"L'uomo è un animale sociale" diceva Aristotele, non siamo fatti per una vita solitaria, abbiamo bisogno di relazioni in cui condividere i nostri pensieri, le nostre emozioni, i nostri sentimenti, le nostre esperienze ma abbiamo anche bisogno gli uni degli altri perché da soli non saremmo in grado di sopravvivere (mica siamo tutti Bear Grylls!). Fin da bambini ci accorgiamo che la convivenza con gli altri necessita di norme che limitano la mia libertà per tutelare quella dell'altro, che mi accordano dei diritti ma anche dei doveri.
Tutti, però, viviamo anche relazioni in cui le norme e le leggi sono superflue, non hanno bisogno di essere stabilite, sono le relazioni d'amore, quelle in cui cerchiamo prima il bene dell'altro che il nostro. Tra due innamorati non c'è bisogno (o almeno non dovrebbe) di stabilire a che ora telefonarsi o quante volte uscire a cena in un mese perché ci si ama e ognuno dei due desidera più il bene dell'altro che il proprio. Relazioni del genere, però, ne abbiamo poche e in tutte le altre è facile che passi prima il nostro interesse che il bene dell'altro.
Dio conosce le nostre fragilità e già ad Israele ha donato una Legge, sintetizzata nei cosiddetti Dieci Comandamenti (ma che meglio si dovrebbero dire Dieci Parole), per indicarci come vivere senza farci troppo male tra noi.
Gesù, questa domenica, ci dice che è venuto a "dare compimento" a quella Legge cioè a mostrarci che, a ben guardare, comportarsi come gli scribi e i farisei, ligi ad ogni precetto in modo quasi maniacale, ma senza andare un passo più in là è solo il minimo sindacale per vivere in modo umano, è accontentarsi di sopravvivere.
Gesù non si accontenta, non gli basta vederci sopravvivere, desidera per ciascuno di noi una vita bella, vera, piena e gioiosa, una vita alta! E ci indica una via alta!
Questa via alta è la via dell'amore che si dona, è la via dell'amore per il fratello che scaturisce dall'amore di Dio. La cosa più importante è, quindi, lasciarsi raggiungere dall'amore di Dio e non permettere a nulla di ostacolarlo, fossero anche situazioni a noi molto care o che pensiamo esserci necessarie. Nella nostra vita non c'è nulla che sia più necessario di Dio e della sua salvezza, tutto il resto deve essere subordinato.
Quando ci scopriamo amati e custoditi da Dio impariamo anche a capire che possiamo, anzi che è la cosa più naturale, mettere il bene del fratello davanti al nostro perché è proprio cercando il bene del fratello che troverò anche il mio. Se la mia vita è spesa nella ricerca dei miei interessi, gli altri diventano solo oggetti che possono essermi utili o ostacoli che si frappongono tra me e quello che desidero, e tutto diventa mediocre e deludente.
Perché, allora, accontentarci? Perché limitarci al minimo sindacale per essere corretti?
Gesù ci propone uno stile di vita impegnativo ma lo fa perché sa che siamo in grado di viverlo: ci ha donato il suo Spirito che ama e agisce in noi, che ci rende capaci di cose grandiose, ben superiori alle nostre forze. Non dobbiamo aver paura di fallire o che non si riveli la scelta giusta, il Signore è venuto a dare compimento alla Legge non sulla carta ma nella nostra vita! La Legge di Gesù è la legge dell'amore che è già scritta nel nostro cuore, se decidiamo di crederci, di fidarci, comprenderemo che queste parole che ora ci sembrano troppo difficili da vivere sono la via della nostra gioia piena e corrispondono a quello che realmente siamo, alla nostra vera natura.
"Ama e fa' ciò che vuoi" diceva s. Agostino. Quando amiamo veramente, non noi stessi ma Dio e i fratelli, vorremo solo cose buone e sarà l'amore a guidare le nostre scelte, anche le più piccole e, anche in quelle, scopriremo la nostra felicità.

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