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venerdì 5 gennaio 2018

Scienza illuminata - Riflessione sul Vangelo dell'Epifania 2018

Ci sono alcune pagine del Vangelo che tendiamo a prendere poco sul serio, a pensare che siano un po' tanto romanzate, che raccontino una bella favola ma con poca attinenza alla realtà dei fatti. Le pagine che raccontano l'infanzia di Gesù sono sicuramente tra queste, il racconto dei Magi che arrivano da terre lontane seguendo una stella ci sa proprio di bella favola. Ci fa anche piacere ascoltarla perché ci fa tornare un po' bambini ma ci rimane sempre un po' il sospetto che sia, appunto, una favola.
E chi l'ha detto? Perché non potrebbe essere andata proprio così? Perché ci sembra tanto strano che dei sapienti abbiamo affrontato un viaggio lungo e faticoso per incontrare il Signore Gesù?
Beh, finché si tratta di pastori ci possiamo anche stare, sono persone semplici, senza istruzione, un po' creduloni ma i Magi, i grandi scienziati dell'epoca... no, non è possibile! O se proprio fu possibile allora oggi non lo sarebbe senz'altro.
Ci sembra assurdo che dei sapienti siano andanti ad adorare il Signore Gesù perché siamo ancora convinti che un uomo di scienza non possa essere anche credente, che scienza e fede sono in contrapposizione.
Forse sarebbe tempo di aggiornarci, di aprire gli occhi, di iniziare ad usare un po' di senso critico e non prendere per buono tutto quello che sedicenti mezzi di informazione ci propinano per vero.
Che la fede possa essere in opposizione alla scienza è semplicemente una enorme sciocchezza.
Al contrario, la scienza apre alla fede e la fede illumina la scienza. Che si tratti della scienza dell'infinitamente grande, l'astronomia, o dell'infinitamente piccolo la fisica delle particelle, che sia la scienza della vita, la biologia, o qualunque altra branca dello studio scientifico, tutte mettono in luce ciò che già esiste e, ciascuna nel proprio campo, evidenziano una precisione, una organizzazione, un ordine, un'armonia che definire frutto del caso sarebbe semplicemente ridicolo. Ogni branca della scienza ci permette di scoprire quanta fantasia, quanta precisione, quanta attenzione abbia avuto Dio nel creare noi e tutto ciò che ci circonda.
Perché allora ci dicono che scienza e fede sono inconciliabili?
Perché anche oggi ci sono degli Erode che hanno paura del Signore Gesù, della sua verità.
Se uno scienziato è anche credente, vede in ciò che studia la firma di Dio, non sarà meno preciso, meno brillante, meno obbiettivo, anzi probabilmente si appassionerà ancora di più al suo studio.
La relazione con il Signore Gesù però appare pericolosa per quanti delle scoperte scientifiche vogliono fare quello che vogliono, vogliono sfruttarle per i propri interessi. La fede ci fa comprendere che il mondo che ci circonda non è un giocattolo con cui possiamo fare quello che vogliamo, ci dice che le nostre scelte e le nostre azioni hanno conseguenze sulla vita altrui.
La fede non è un problema per il fisico che studia la fusione nucleare ma lo diventa per chi vuole utilizzare la fusione nucleare per progettare la bomba atomica, per esempio.
Non dobbiamo, allora, aver paura di imitare i Magi, i sapienti dell'antichità che hanno saputo inchinarsi davanti al Signore, andiamo anche noi davanti a Gesù, con tutte le nostre conoscenze, con le nostre scoperte, con le nostre conquiste scientifiche e lasciamo che le illumini con la luce del suo amore, che ci faccia comprendere come tutto quello che i nostri studi scientifici hanno scoperto fino ad ora è un suo dono d'amore per noi. Non lasciamoci convincere dai moderni Erode, da quanti vogliono piegare il creato al proprio interesse, al proprio egoismo, alla propria sete di potere e denaro. Facciamo come i Magi, giriamo alla larga. Lasciamoci invece colmare di gioia nello scoprire ogni giorno quanto Dio ci ama.

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