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sabato 11 febbraio 2017

La legge della libertà - Riflessione sul Vangelo di domenica 12 febbraio 2017

Ogni situazione dove si incontrano da due persone in su ha bisogno di regole: lo Stato ha le leggi, in ogni famiglia ci sono regole, i giochi hanno le loro regole, le palestre,le piscine, perfino i teatri hanno il loro regolamento, anche la vita di fede ha le sue regole: i Dieci Comandamenti! ...Errore! I Dieci Comandamenti non sono le regole della Chiesa o della vita di fede, sono ben altro!
A catechismo ci hanno insegnato i Dieci Comandamenti e ci hanno detto che per essere buoni cristiani dobbiamo seguirli per bene. Abituati come siamo alle tante regole della nostra vita li abbiamo accolti nello stesso modo con cui abbiamo accettato le altre. I Comandamenti così sono passati nel nostro pensiero come i paletti che delimitano quello che posso fare e quello che non posso fare, hanno il compito di indicare se una determinata azione posso compierla o no, anzi, stabiliscono se una determinata azione è o non è peccato. Raramente ci siamo preoccupati di cercare di capirli meglio, di capire perché Dio li abbia dati a Mosè, anzi, qualche volta avremmo anche voluto dirgli che non doveva disturbarsi tanto!
Siccome dei Comandamenti ci abbiamo capito ben poco, è venuto Gesù a "dare compimento alla Legge". La lunga pagina di Vangelo di questa domenica ci indica un modo diverso di considerare i la Legge di Dio: non come un insieme di regole che delimitano il nostro agire ma le indicazioni di dove deve andare il nostro cuore. Gesù ci invita a considerare le intenzioni del cuore, quelle sono importanti è il cuore, non le azioni, il centro della nostra vita.
I Comandamenti Dio li aveva dati a Mosè sul Sinai non per regolare la vita del popolo ma per indicare a ciascuno la strada da percorrere per vivere una vita vera, piena, una vita d'amore, autentica e giusta. Siamo noi che li abbiamo trasformati in norme per che sembrano limitare la nostra libertà.
Seguire i comandamenti non è abdicare alla nostra libertà, rinunciare a fare quello che vogliamo, è l'esatto opposto, è esercitare la nostra libertà in modo autentico scegliendo e tendendo al bene.
Libertà non è fare tutto ciò che mi passa per la testa, quante volte lo abbiamo fatto e poi ci siamo amaramente pentiti!!! Libertà è scegliere ciò che è veramente bene per noi, bene che non sempre corrisponde con i nostri capricci, anzi quasi mai.
Gesù ci propone di portare la Legge di Dio, che non sono solo i Dieci Comandamenti ma è tutta la sua Parola, nel cuore perché ci indichi la via, la strada da percorrere, affinché indichi al nostro cuore quali desideri sono buoni e giusti, ci faranno bene e ci porteranno gioia e quali, invece, sono sbagliati perché ci porteranno a fare del male a noi stessi e agli altri.
La Chiesa, molto più saggia di quanto non siamo disposti a concederle, ci suggerisce di fare ogni sera l'esame di coscienza prima di andare a dormire, purtroppo di solito lo facciamo solo prima di confessarci, e di solito piuttosto male. Nel nostro esame di coscienza infatti ci limitiamo a considerare le nostre azioni e a giudicare se sono più o meno conformi ai Comandamenti. Il Signore Gesù ci invita, invece, a considerare le intenzioni del cuore. Nel considerare una azione non limitiamoci a guardarne il risultato, chiediamoci con quale intenzione la abbiamo compiuta, con quali sentimenti e desideri del cuore. Un comportamento formalmente corretto non ci salva se nasconde un cuore centrato solo su se stesso, capace solo di odiare, di invidiare e giudicare.
Lasciamoci illuminare dalla luce dello Spirito che ci insegni a rileggere le nostre intenzioni e a collocarle sulla strada che il Padre ha tracciato davanti a noi con la sua Parola di salvezza.

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