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sabato 10 ottobre 2015

Al di sopra di tutto - Riflessione sul Vangelo di domenica 11 ottobre 2015

Qualche mattina fa sono andato con un amico a fare colazione al bar, un tipico cappuccino&cornetto, tutto romano. Arrivati però davanti al vassoio dei cornetti ecco il dilemma: meglio quello con la crema o quello con la marmellata, integrale col miele o il fagottino con le mele? Scelta importante perché prendendone uno avrei escluso tutti gli altri, e così è stato. La scelta di un cornetto per colazione, tutto sommato, non è una decisione così importante ma ci può aiutare a riflettere sul fatto che ogni giorno tutti ci troviamo di fronte a delle scelte, a volte piccole, a volte grandi e ogni scelta porta con sé una rinuncia, scegliendo una cosa rinunciamo a tutto il resto. A volte rinunciamo a poco, come a un secondo cornetto, altre volte, invece, le rinunce impegnative e che ci costano molto, un genitore che sceglie di passare la notte in bianco per vegliare il figlio con la febbre alta, il figlio che sceglie di rinunciare alle vacanze per accudire i genitori anziani. Altre ancora sono rinunce che facciamo sono per tutta la vita: quando scegliamo un corso di studi stiamo rinunciando a tutti gli altri, quando iniziamo un lavoro rinunciamo ad altre professioni. Ci sono poi le scelte fondamentali della nostra vita che implicano delle rinunce molto importanti, rinunce che vanno poi rinnovate ogni giorno: chi si sposa compie rinuncia ad avere altre relazioni di coppia mentre chi si consacra rinuncia ad avere una famiglia propria.
Ma cos'è che ci porta a fare queste scelte e a rinunciare anche a cose importanti e belle? Quale meccanismo c'è dietro ogni scelta?
Forse non ci siamo mai fermati a pensarci, non abbiamo mai trascritto una lista ma ciascuno di noi ha una propria classifica delle cose più importanti della sua vita ed è in base a questa classifica che facciamo le nostre scelte e le conseguenti rinunce. Tutto ciò che fa parte della nostra vita, anche se non ce ne accorgiamo, è ordinato in una lista di priorità, anche le cose più banali e quotidiane come il cornetto della colazione. Nella mia, per esempio il cornetto alla crema viene prima di quello alla marmellata, nella classifica di una mamma c'è prima la salute del suo bambino che il proprio riposo, nella lista di un marito c'è prima la felicità della sua famiglia che il suo bisogno di relax.
Se questa lista fosse scritta dovrebbe essere tenuta sotto stretta sorveglianza perché è da essa che dipende la nostra felicità, basta una scelta sbagliata e ci possiamo trovare ad affrontare fatiche, difficoltà, dispiaceri. Questa lista non scritta ma così importante, dovrebbe avere come criterio il bene autentico della persona, a volte, invece, disponiamo le diverse voci di questa lista non secondo ciò che realizza quello che siamo ma secondo i nostri capricci e i nostri istinti.
Come fare, allora, a riordinarla in modo corretto, secondo il criterio del nostro autentico bene?
È facile, basta solo mettere in cima alla lista l'unico che ci può rivelare il nostro vero bene, l'unico che ci può assicurare che tutto sia nell'ordine giusto: il Signore Gesù.
Nella Parola di Dio di questa domenica il Signore chiede a ciascuno di noi (sì, proprio a tutti, non solo ai consacrati) di mettere lui al numero uno della nostra lista, di imparare a pensarlo più importante di ogni altra cosa, persona, affetto, ricchezza. Rivolge anche a noi l'invito di rinunciare ad ogni nostra ricchezza, non solo materiale ma anche affettiva, perfino ad ogni nostra ricchezza spirituale per poter seguire lui. Probabilmente sembra una richiesta eccessiva, esagerata, possiamo aver paura che accettare tale richiesta ci proietti in una situazione di precarietà economica, affettiva, di completa incertezza, che ci impedisca di avere una vita serena e tranquilla.
Invece è proprio il contrario! Finché alla cima della nostra lista non ci sarà il Signore Gesù tutta la nostra vita sarà incerta, fragile, debole, perché appoggiata sulle nostre deboli capacità, perché in balia dei nostri desideri volubili. Se invece mettiamo il Signore Gesù al primo posto, se lasciamo che sia il suo amore il criterio per ogni nostra scelta, allora la nostra vita sarà salda e sicura.
Ma che significa mettere il Signore Gesù al primo posto?
Noi consacrati abbiamo scelto di accettare questo invito non solo come intenzione del cuore ma anche come scelta pratica di vita. Abbiamo scelto di rinunciare ad una famiglia nostra, ad una carriera, ad avere ricchezze e proprietà. È una scelta che dobbiamo rinnovare ogni giorno, qualche giorno è una scelta facile, altri giorni è una rinuncia faticosa e dolorosa, ma il Signore è fedele alle sue promesse e veramente dona il cento per uno a chi si fida di lui, a chi sceglie di metterlo al primo posto.
Ma per un laico che significa metterlo al primo posto?
Per un marito mettere il Signore Gesù al primo posto, anche al di sopra dell'amore per la propria moglie, significa ritrovarsi proprio l'amore della propria moglie centuplicato. Per un giovane mettere l'amore del Signore Gesù al di sopra delle proprie ambizioni di soddisfazione professionale significa ritrovarsi una vita piena di soddisfazioni inattese e insperate. Per una mamma mettere il Signore Gesù al di sopra dell'amore per il proprio figlio significa saperlo riconoscere come un dono di Dio e non come una proprietà, saperne riconoscere la preziosità al di là delle sue capacità o dei suoi successi.
Scegliere di mettere il Signore Gesù al di sopra di tutto non è facile, ci costa fatica perché dobbiamo lottare contro le nostre insicurezze e le nostre paure, dobbiamo fidarci di una promessa che vedremo realizzata solo dopo che avremo fatto noi la scelta, ma ne vale la pena! Nessuno a questo mondo potrà mai darci la vita eterna, solo il Signore Gesù!

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