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sabato 11 ottobre 2014

Invitati a nozze eterne - Riflessione sul Vangelo di domenica 12 ottobre 2014

Se abitate a Roma, ma anche se siete solo di passaggio, e vi trovate un sabato pomeriggio a passeggiare sull'Aventino vi capita sicuramente di incontrare molti invitati a nozze. Li potete riconoscere subito da due particolari l'abito elegante e il sorriso sul volto che quando si partecipa ad un matrimonio sono d'obbligo.
A tutti, penso, è capitato di partecipare al matrimonio di un caro amico o di un parente a cui si è particolarmente affezionati, è un momento importante e di grande gioia per tutti, per gli sposi e per tutti coloro che vogliono loro bene. Una occasione così speciale deve quindi essere sottolineata e valorizzata con una grande festa, un sontuoso banchetto (e noi italiani siamo famosi in tutto il mondo per i nostri pranzi di nozze!), abiti eleganti e tanta allegria. Pensiamo anche ai giorni che precedono la festa di nozze, quanta trepidazione, quanta attesa, già si pregusta la felicità della giornata e subito il cuore si riempie di gioia.
Il Signore Gesù, questa domenica, per spiegarci cosa sia il Regno di Dio lo paragona proprio ad un banchetto di nozze a cui tutti siamo invitati.
L'invito a questa festa, la partecipazione di nozze, è la Parola di Dio attraverso cui il Padre ci invita ad entrare nel suo Regno, impariamo, allora, ad ascoltarla, ad accoglierla nel cuore, a tenerla a mente, proprio come teniamo nel cuore l'annuncio di matrimonio di una persona cara.
Forse mi sembra strano che il Padre abbia invitato anche me che non sempre gli sono stato proprio fedele, non sempre mi sono comportato bene, eppure la festa è per tutti, cattivi e buoni, tutti siamo invitati ad entrare perché Dio non fa preferenze, non ha la lista V.I.P. all'ingresso. Non siamo abituati perché noi invece facciamo preferenze e portiamo rancore per cui se una persona non ci piace gran ché o ci ha fatto qualche sgarbo non la invitiamo alle nostre feste. Dio invece ci ama così tanto che ci vuole in casa sua anche se non sempre siamo stati amabili con Lui perché il suo amore per noi è immensamente più grande del nostro peccato.
Quando si partecipa ad un matrimonio anche il nostro aspetto comunica la gioia del nostro cuore, non ci si va sporchi e vestiti di stracci malconci, ci si lava e si indossa l'abito più bello ed elegante che si ha. Iniziamo allora a svestirci dell'abito logoro e sudicio che abbiamo addosso: le nostre abitudini cattive, i nostri peccati, i nostri egoismi, le nostre meschinerie. Abbandoniamo le abitudini che ci fanno vivere secondo il nostro esclusivo guadagno, il nostro guardare solo a noi stessi, i rancori verso amici e parenti, il nostro rifiuto a perdonare... Sono tutte cose che ci rendono sporchi e brutti, ripuliamoci, meglio lasciamoci ripulire dal Signore con il Sacramento della Riconciliazione, permettiamogli di toglierci di dosso le abitudini al male che, come un vestito brutto, vecchio e sporco, ci rendono impresentabili.
Il giorno del nostro Battesimo ci è stata donata una veste bianca e il sacerdote consegnandocela ci ha detto "...sei divenuto nuova creatura e ti sei rivestito di Cristo...". Gesù stesso si è fatto per noi abito ed è questo l'abito nuziale di cui parla la parabola di questa domenica, dobbiamo lasciarci rivestire di Lui, le sue abitudini devono essere le nostre abitudini: l'amore per i fratelli, il dono di sé, la ricerca della giustizia, l'affermazione della verità.
Nella parabola sembra però mancare un elemento importante per un matrimonio: il Re è Dio Padre che organizza una festa di nozze per il proprio Figlio, il Signore Gesù... ma chi è la sposa?
La Sposa di Cristo è la sua Chiesa! Dunque siamo tutti noi! La festa di nozze che il Padre organizza e prepara con tanta attenzione è dunque anche per noi, siamo gli invitati e anche gli ospiti d'onore.
Questo concetto è un po' più difficile da capire perché l'immagine che abbiamo del matrimonio è sempre tra un uomo e una donna, proviamo però a guardare solo all'amore, vero protagonista di ogni matrimonio. L'amore che lega due sposi è un amore di dono totale di sé all'altro, è smettere di pensare da soli per iniziare a pensare insieme, è smettere di cercare il proprio interesse per cercare il bene dell'altro. Il Signore ci chiama a questo, a vivere con Lui questo amore sponsale, questo mettere Lui al centro della nostra vita, donandoci totalmente a Lui. Gesù l'ha fatto per ciascuno di noi, ci ha amato fino a dare la sua vita per noi e continua ad amarci donandoci la sua Vita eterna.
Camminiamo, allora, con gioia verso questo banchetto nuziale che è anche il nostro, liberati dalla sporcizia del nostro peccato e rivestiti dell'abito d'amore e di luce che il Signore ci dona, ci ha invitato un Padre che ci ama di amore tenerissimo, uno Sposo che ha dato la sua vita per noi nell'Amore, che è lo Spirito Santo, che rende anche il nostro fragile cuore capace di amare di amore eterno.












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