Iniziamo questa domenica il Tempo di Avvento in cui la Chiesa ci fa guardare alle due venute di Cristo: la prima nella carne, la sua nascita, il Natale; la seconda nella gloria, l'Ultimo Giorno in cui compirà definitivamente il suo Regno.
Ma come viviamo questo tempo? Per la maggior parte delle persone questo è il tempo dell'ansia: "cosa regalo alla zia Clotilde questo Natale?" "Cosa cucino per il pranzo di Natale?" "Da chi andiamo a Natale?". Ma è anche il tempo delle lamentele "Ma hai visto che prezzi che hanno i panettoni quest'anno?" "Ma ti pare che quello mi doveva invitare? E come faccio a dirgli di no?" "Che noia le cene coi parenti!".
Se state sorridendo (come penso) sapete di cosa sto parlando!
L'Avvento però non è questo, è tempo di meditazione, di riflessione, tempo in cui mi devo porre alcune domande fondamentali, in cui devo verificare alcuni nodi importanti della mia vita, per capire dove sto andando, come sto vivendo!
La prima parte di questo Tempo siamo invitati a guardare alla seconda venuta di Gesù, la frase centrale del Vangelo di questa domenica è "Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà".
Mi chiedo "Sto aspettando la venuta di Gesù?"
Sembra una domanda scontata ma moltissimi cristiani vivono senza nemmeno chiederselo, semplicemente vivendo vite identiche agli altri, in nulla differenti, come se il Signore ormai fosse lontano e se ne rimanesse a casa sua. Prima cosa, allora, è capire che un cristiano deve attendere la venuta di Cristo.
Poi però devo chiedermi "Come sto aspettando la venuta di Cristo?"
Anche questa non è una domanda scontata, moltissimi cristiani aspettano la venuta di Cristo con la stessa trepidazione con cui si aspetta un controllo fiscale o la visita dal dentista: se potessi la eviteresti.
Così la preghiera centrale dell'Avvento, "Vieni Signore Gesù", in realtà è seguita da "ma fa' con comodo, non affrettarti, aspetta ancora un po'".
Come aspetta Gesù che viene un cristiano autentico? Lo aspetta come si attende il ritorno dell'amato, dell'amore della propria vita, come si aspetta colui che viene a prendermi per portarmi nel luogo più bello che esista, come si aspetta colui che viene a donare alla mia vita la gioia più grande.
Allora la preghiera diventa "Vieni Signore Gesù, non tardare, affrettati, fa' presto, ti aspetto, voglio incontrarti, voglio lasciarmi abbracciare da Te, Tu che sei l'amore della mia vita, Tu che sei il tutto della mia vita".
Ma perché abbiamo paura della venuta di Gesù? Perché la nostra coscienza ci dice che abbiamo qualche conto in sospeso con Lui, che le scelte della nostra vita non sono sempre state così limpide come vorremmo credere, che non siamo proprio del tutto a posto. Beh, che problema c'è? Il Signore non ci vuole mica perfetti, ci vuole sinceri, disposti a riconoscere i nostri errori, pentiti dei nostri peccati, disposti ad impegnarci seriamente a non ricaderci, aperti a ricevere la sua misericordia, il suo perdono.
Se ci accorgiamo che è un pezzo che non riceviamo il dono del perdono del Signore nella Confessione, ora è il tempo giusto per prendere coraggio e confessarci, per mettere a posto le cose, per ritornare nella piena comunione con Lui, per sperimentare in noi, ancora una volta, la sua misericordia che ci riempie di gioia.
Ma non fermiamoci qui, in questo tempo, prendiamoci qualche spazio per incontrare un po' il Signore, impariamo ad ascoltare con attenzione la sua Parola, innanzi tutto a Messa (dalle facce che vedo la domenica ho l'impressione che se invece della Parola di Dio venisse letto l'elenco del telefono a molti non cambierebbe gran ché). Rinunciamo a tante parole inutili e gridate che affollano la nostra vita, programmi televisivi, giornali di gossip, post sui social network, per ascoltare un po' di più la Parola che parla con dolcezza e amore al nostro cuore. Non lasciamo che tutto il rumore del mondo faccia addormentare la nostra coscienza e il nostro cuore: Vegliamo! Solo se ascoltiamo la sua voce sapremo riconoscerlo quando verrà e saremo pronti per entrare nel Regno che ha preparato per noi.
Impariamo poi a vivere secondo la gioia che il Signore ci dona. Papa Francesco ce lo ha detto molte volte, un cristiano non può essere triste, non può avere il muso lungo, perché il cristiano è colui che sa di essere amato da Dio di un amore infinito e sentirsi amati è la cosa che dona la gioia vera.
Inizieremo così a desiderare il Signore, l'incontro con Lui e sinceramente e di cuore gli diremo "Vieni Signore Gesù"!
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