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sabato 12 maggio 2018

Tocca a noi! - Riflessione sul Vangelo di domenica 13 maggio 2017

L'Ascensione è una festa un po' strana, ricordiamo Gesù Risorto che sale al cielo portando la nostra umanità che ha unito a sé, torna a sedersi alla destra del Padre, festeggiamo quindi la sua partenza... Di solito ad una partenza non si è felici ma tristi. Perché allora festeggiamo? Perché è un momento solenne e importante da ricordare? Perché la storia della salvezza non è ancora conclusa! Perché con la Resurrezione Gesù ci ha donato la sua vita, l'ha messa a disposizione di ciascuno di noi ma ora manca ancora una cosa, manca la nostra accoglienza.
Con la sua predicazione Gesù ha annunciato la misericordia del Padre, ha guarito, sanato liberato, ci ha svelato il suo desiderio di salvarci. Morendo in croce e risorgendo ha distrutto la nostra morte e ci ha donato la propria vita divina ma appunto ce la dona, non ce la impone, quindi ora tocca a noi accoglierla. Gesù sale al cielo per lasciarci liberi di scegliere, liberi di decidere se vivere la vita nuova o se rimanere nella vecchia, se vivere nella libertà o restare schiavi delle nostre passioni, dei nostri istinti, del nostro peccato.
Prima però di salire al cielo lascia ai suoi discepoli un compito: essere testimoni della misericordia di Dio, del suo amore, del suo perdono. Li manda in tutto il mondo affinché tutti possano essere raggiunti da questa offerta, l'offerta della vita nuova, l'offerta della misericordia, l'offerta della vita eterna. Ogni uomo ha bisogno di sapere di essere figlio amato, ha bisogno di sapere che Gesù ha dato la sua vita per lui ma deve essere anche libero di accogliere questo dono meraviglioso e inatteso affinché tutto rimanga in una relazione d'amore vero, autentico, libero.
Compito delicato e importantissimo quello che ricevono i suoi discepoli: devono essere testimoni di Gesù, dimostrare con la loro vita che davvero viene a cambiare la vita di ciascuno, viene a donare salvezza. Non sono soli, Gesù dona lo Spirito Santo che non solo suggerisce cosa dire e come dirlo ma che conferma con prodigi l'annuncio di salvezza.
I primi discepoli di Gesù sono morti da duemila anni ma prima di morire molti hanno creduto alla loro testimonianza e hanno sperimentato nella loro vita che la salvezza che Gesù ci ha offerto è reale, vera, concreta e questi, a loro volta, lo hanno testimoniato ad altri. Così di generazione in generazione, lungo la storia dell'umanità tanti uomini e donne hanno accolto la salvezza nella loro vita e hanno sperimentato tutto l'amore di Dio e poi ne sono diventati testimoni.
Anche a noi, fratelli e sorelle ci hanno testimoniato la salvezza, ci hanno parlato di Gesù, ci hanno raccontato della misericordia del Padre, di come lo hanno riconosciuto presente nella loro vita, di come hanno riconosciuto le sue opere, di come ne hanno visto le meraviglie.
Ora tocca a noi! Tocca a noi accogliere la vita nuova che Gesù ci offre attraverso tanti nostri fratelli e poi tocca a noi diventare testimoni, annunciare a chi incontriamo sulla nostra strada che Gesù è il Signore, che ci ha rivelato il volto d'amore del Padre, che ci dona lo Spirito, che ci salva dalla morte, dal peccato, dal male.
Non importa se non abbiamo grandi abilità e competenze, non importa se non sappiamo cosa dire, lo Spirito Santo assisterà noi come ha assistito chi è venuto prima di noi, compirà miracoli e prodigi anche attraverso le nostre debolezze e miserie.
Annunciamo la buona notizia, annunciamo a tutti che Dio ama gli uomini!!!