"Epifania, tutte le feste porta via" con questo detto, che personalmente ho sempre trovato desolante, liquidiamo le feste natalizie e la solennità di oggi passa più come la festa della befana (oltre che dell'industria dolciaria, s'intende) che quello che è veramente: la manifestazione del Signore Gesù come Salvatore di tutte le genti.
Come già abbiamo incontrato altri personaggi sul nostro cammino così ora saranno i Magi a spiegarci questo incontro con il nostro Salvatore.
I Magi sono dei sapienti, degli studiosi, dei ricercatori, degli uomini saggi che cercano la verità della loro vita, che desiderano incontrare Dio e lo attendono. Scrutano il cielo, studiano i testi e quando vedono sorgere la stella, il segno della nascita del Salvatore, lasciano tutto e si mettono in cammino per andare ad adorare Dio venuto tra gli uomini.
Dopo un cammino così lungo e percorso con tanto entusiasmo, penso siano rimasti piuttosto stupiti nello scoprire che Erode e tutta la sua corte, che abitavano a pochi chilometri da Betlemme, non sapessero nulla. Ma Erode non aspetta nessuno, non desidera incontrare nessuno, superbamente pensa di non aver bisogno del Messia.
I Magi non si lasciano scoraggiare e la stella li conduce così fino a Betlemme, lì trovano un bimbo avvolto in fasce che ha per culla una mangiatoia e prostrati lo adorano. I Magi non sono scienziati spocchiosi che cercano solo di confermare una propria teoria e bollano come irrazionale tutto quello che non vi collima (come purtroppo fanno oggi molti uomini di scienza) sono sapienti che sanno lasciarsi sorprendere da Dio, che non cercano di ingabbiarlo nei loro schemi, così sanno lasciarsi stupire e possono riconoscerlo in un neonato povero e semplice.
Dopo averlo adorato gli offrono i loro doni: oro per il Re dei re, incenso per Dio che si è fatto uomo, la mirra per il Messia che darà la sua vita per tutti gli uomini.
Compiuto questo atto di omaggio possono tornare ai loro paesi per annunciare quello che hanno visto e dire a tutti che Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio!
Oggi anche noi possiamo fare la stessa esperienza dei Magi, non vedremo Gesù neonato con gli occhi del corpo ma con quelli dell'anima. Anche noi dobbiamo lasciare tutto, le nostre sicurezze, i nostri preconcetti, le nostre attese e dobbiamo metterci in cammino lasciandoci guidare dalla stella. Per ciascuno di noi la stella è la Chiesa che ci indica il cammino verso Gesù ma anche un amico, un parente, qualcuno che ci vuole bene e desidera farci incontrare il nostro Salvatore perché l'ha incontrato prima di noi. Non dobbiamo avere paura e non dobbiamo scandalizzarci se Dio non si presenta come lo avevamo immaginato, lasciamo che sia Lui a mostrarsi nella sua fragilità e semplicità, semplicemente accogliamolo e adoriamolo.
Come i Magi anche noi possiamo portargli doni preziosi.
Riconosciamolo come nostro Re e offriamogli la nostra umiltà, più preziosa dell'oro: solo se ci sapremo riconoscere umili gli lasceremo guidare la nostra vita.
Riconosciamolo come nostro Dio e offriamogli la nostra fiducia, più profumata dell'incenso: solo un'apertura fiduciosa del cuore ci permetterà di dare al Signore il primo posto.
Riconosciamolo nostro Salvatore e offriamogli la nostra gratitudine, più fragrante della mirra: solo un cuore grato saprà riconoscere il grande dono della sua morte in croce per ciascuno di noi.
Poi torneremo alla nostra vita ma nulla potrà più essere come prima, tutto dovrà cambiare. Non vivremo più nella paura di fare errori, abbiamo un Re che ci guida, nell'ansia che la sofferenza possa schiacciarci abbiamo Dio accanto a noi, nell'angoscia che la morte possa porre fine alla nostra vita, abbiamo un Salvatore che ha vinto la morte.
Non teniamo per noi questo incontro, diventiamo noi stessi come una stella per le persone che Dio metterà sul nostro cammino, conduciamole all'incontro con il Messia nato per noi, alla fonte della nostra gioia.
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