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sabato 4 gennaio 2014

Con l'anima satolla - Riflessioni sul Vangelo di domenica 5 gennaio 2014

Il tempo delle feste sta quasi volgendo al termine e forse cominciamo a fare i conti di quanti chili abbiamo preso rimpinzandoci di dolci e cotechini vari, ma oltre al nostro corpo, è ingrassata anche la nostra anima? 
Come si fa ad ingrassare l'anima? Non lo sapete? 
Nello stesso modo del corpo: dandogli da mangiare! 
E cosa mangia l'anima? 
L'anima si nutre di Dio, del suo amore, della sua Parola, e più ingrassa e meglio sta!

Dio, anche questa domenica, ha preparato un banchetto succulento per le nostre anime, condito della dolcezza e della tenerezza del suo amore, non mandiamolo sprecato limitandoci a dare solo qualche assaggio, lasciamoci nutrire e rimpinzare da Dio!

Ascoltiamo questa domenica nuovamente il Prologo del Vangelo di Giovanni, che abbiamo ascoltato il giorno di Natale. 
Una pagina ricchissima e preziosissima con cui Dio ci rivela che il Verbo, che è Dio e per mezzo di Lui tutto è stato fatto, si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Il Figlio di Dio si è fatto nostro vicino, nostro prossimo, è venuto a condividere la nostra vita. 
Ma quanto ci ama Dio per aver scelto di lasciare la sua eternità beata per condividere la nostra misera condizione? 
Davvero, davvero tanto! 
Guardando il Bambinello al centro del presepe che abbiamo in casa (perché tutti abbiamo un presepe in casa, vero?) possiamo ricordare e contemplare questo amore infinito di Dio che si è fatto fragile e debole per noi e gioire perché sappiamo che non ci abbandonerà mai.

L'occasione di ascoltare nuovamente questa densa prima pagina del Vangelo di Giovanni ci permette di puntare l'attenzione su un altro aspetto molto importante. 
Non solo il "Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi" ma "a quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio". 
A Dio non è bastato voler condividere la nostra condizione, ha voluto donare a noi la sua! 
Ma cosa vuol dire essere figli di Dio? 
Significa che Dio ci ama come un Padre ama i suoi figli: non a parole ma con i fatti! 
Dio si prende cura di noi, ci educa, ci sostiene, ci incoraggia, ci ammonisce, ci guida.
Ma forse è opportuno chiederci: io che tipo di figlio sono? Il mio comportamento è veramente da figlio?
La nostra relazione con Dio non ha molto del rapporto filiale, è invece segnata spesso dalla paura e dall'interesse. 
È segnata dalla paura quando "facciamo cose da cristiani" (andare a Messa, fare l'elemosina, perdonare...) perché abbiamo paura che altrimenti Dio possa punirci o non aiutarci quando ne abbiamo bisogno. 
Riflettiamoci: se Dio avesse voluto punirci avrebbe scelto un modo un po' più minaccioso di presentarsi a noi, invece viene a noi come neonato debole e fragile.
È segnata dall'interesse quando le "cose da cristiani" le facciamo perché speriamo di ottenere qualcosa che desideriamo (e la maggior parte delle nostre preghiere è così), ma Dio ci ha già donato ciò che di più prezioso aveva: la sua vita... che vogliamo di più?
Dio ci vuole suoi figli, non ci chiede di fare qualcosa ma di essere suoi figli, nient'altro. Figli che sanno riconoscersi amati dal Padre e che desiderano ricambiare quell'amore stando con Lui e amandolo nei fratelli.
Il Tempo di Natale sta volgendo al termine, usiamo bene questi ultimi giorni di festa per allontanare dal nostro cuore la paura e l'interesse, lasciamoci nutrire dal Padre che ci ama e ci chiama a condividere la sua gioia nella sua casa.

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