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sabato 11 gennaio 2014

Figli di un Padre compiaciuto - Riflessioni sul Vangelo di domenica 12 gennaio 2014

A Gesù le cose piacciono fatte bene, non improvvisate e affrettate, gli piacciono "come Dio comanda", nel vero senso dell'espressione!

A qualcuno questa cosa potrà sembrare un po' irriverente ma è proprio Gesù a dirlo, nel Vangelo di questa domenica; a Giovanni Battista che vorrebbe rifiutarsi di battezzarlo dice: "Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia". Ed è così che ci troviamo davanti questo evento un po' strano, difficile da capire fino in fondo, che è il battesimo di Gesù.
Difficile da capire perché il battesimo predicato da Giovanni era un rito di conversione e purificazione, Gesù certamente non aveva bisogno né di convertirsi né di purificarsi eppure ci ha tenuto a riceverlo, perché dunque?
Secondo alcuni teologi ed esegeti lo ha fatto per dimostrarci la sua vicinanza, il suo volersi mettere in fila con noi peccatori, un po' come fa Papa Francesco oggi, perché Gesù è venuto a condividere la nostra condizione, non per finta ma per davvero.

Ma per me c'è di più e la chiave per capirlo è proprio in questa risposta data a Giovanni "conviene che adempiamo ogni giustizia".

Gesù sa che la missione che sta per iniziare è parte di un preciso disegno di salvezza che il Padre ha progettato fin nei minimi dettagli perché Dio le cose le fa bene, appunto. In questo grande disegno di salvezza per tutti gli uomini c'è il battesimo di Giovanni che funge da porta di ingresso per il tempo messianico: il tempo durante il quale il Messia viene a rivelare l'amore del Padre.
Gesù non è un professore che viene a insegnarci una lezione ma un compagno di viaggio che viene a mostrarci una strada e la fa con noi, per questo vuole il battesimo di Giovanni, per questo è giusto che anche lui si faccia battezzare per indicarci la via.

Dato però che il battesimo di Giovanni non c'è più: tutto ciò che relazione ha con noi e con il nostro battesimo?
Battezzare significa immergere, con il nostro battesimo siamo stati immersi in Cristo morto e risorto per noi così quella che viviamo non è più la nostra vita naturale ma è la vita divina di Gesù. Papa Francesco nella catechesi di mercoledì scorso ci ha ricordato che il battesimo è importante e non è la stessa cosa se una persona è battezzata o non lo è.
Come quello di Giovanni anche il nostro battesimo è una porta che ci fa entrare nella Vita Nuova che Dio ci dona, quindi è anche un abbandonare una vita vecchia, segnata dal male e dal peccato, dunque è una conversione e una purificazione.
Non avrebbe alcun senso entrare nella Vita Nuova di Dio e poi continuare a comportarsi come nella vita vecchia, come se il battesimo non lo avessimo ricevuto! Eppure se ci guardiamo con un po' di obbiettività ci accorgiamo che molte delle nostre azioni non sono da battezzati, non sono gesti e parole che dicono la gioia di Dio, che portano la sua luce, che gridano la sua salvezza.
Perché? Come si fa a vivere in modo più autentico questo che è il dono più prezioso che abbiamo ricevuto?
Credendoci di più!
Il nostro vero problema, ciò che ci frena dal vivere ogni giorno il nostro battesimo, è che non ci crediamo abbastanza, non crediamo veramente alla promessa d'amore che il Signore ci ha fatto con questo Sacramento, non pensiamo che Dio dica sul serio chiamandoci ad essere veramente santi.
Lo Spirito Santo che è disceso su Gesù è disceso anche su ciascuno di noi, le parole "Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento" il Padre le ha pronunciate anche per ciascuno di noi al momento del nostro battesimo e le pronuncia ogni giorno. Ogni giorno il Padre desidera compiacersi di ciascuno di noi, non perché abbiamo obbedito ai suoi ordini ma perché abbiamo vissuto una vita di amore vero, abbiamo compiuto gesti di eternità.
Credere al mio battesimo è credere di avere un Padre che mi ama, vivere da battezzato è vivere da figlio amato... e non c'è gioia più grande!

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