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sabato 25 marzo 2017

Cos'è e cosa non è la fede - Riflessione sul Vangelo di domenica 26 marzo 2017

Cos'è la fede? Domanda che in tanti si pongono. Per alcuni è qualcosa di indispensabile, per altri è qualcosa di desiderato e cercato, per altri è qualcosa di enigmatico, per altri ancora è un'assurdità.
La fede è molto più semplice di come molti se la raffigurano, la fede è semplicemente la relazione con Dio, l'incontro con il Signore Gesù.
Come tutte le altre nostre relazioni, a volte è una relazione stabile e serena, altre è un po' più complicata, altre ancora c'è una vera e propria incomprensione. In buona sotanza, comunque, dipende da noi, la scelta è nostra.
I personaggi della pagina di Vangelo di questa domenica ci presentano tre modi di vivere la fede: i farisei, i genitori del cieco nato, il cieco nato stesso.
I Farisei sono coloro che sono convinti di sapere come Dio debba comportarsi, che cercano una relazione con lui purché Egli si attenga a quelle che sono le loro regole e convinzioni. Tutto ciò che non coincide con il loro modo di pensare, con le loro convinzioni e le loro norme lo rifiutano, senza nemmeno fermarsi a considerarlo. Così i farisei insistono a cercare una spiegazione della guarigione del cieco nato che si ammissibile dal loro schema mentale, arrivano a ipotizzare assurdità, negano le evidenze più lampanti, si ritrovano alla fine anche a a dover negare le loro convinzioni pur di non accettare che Gesù possa aver compiuto un miracolo in giorno di sabato.
Siamo anche noi un po' farisei quando pretendiamo che Dio si comporti come vogliamo noi, quando avanziamo assurde e pretenziose domande sul perché avvengano certe cose o perché altre non siano risolte come riteniamo giusto noi. Siamo farisei quando ci fermiamo a ragionare troppo sui misteri della nostra vita, del mondo, dell'universo intero. Beninteso, la fede è ragionevole, noi però spesso pretendiamo che sia razionalista ed empirista, vogliamo dimostrare, accertare, confermare.
Ci scandalizzeremmo sicuramente se un fidanzato pretendesse il test della macchina della verità per accertarsi che la sua fidanzata lo ama davvero poi però con Dio pretendiamo prove, certificazioni e spiegazioni.
I genitori del cieco nato sono invece quelli che vogliono stare tranquilli, che si attengono alle regole, che vanno in sinagoga tutti i sabati ma poi non vogliono avere grane, non vogliono che la loro vita sia turbata e scompigliata dalla presenza di Dio. Se la cavano con un "no comment". Anche di fronte a un miracolo chiaro e certo come la guarigione del figlio - e chi meglio di loro sapeva che il figlio era nato veramente cieco?- preferiscono la tranquillità della loro vita.
Anche noi ci comportiamo come loro quando la fede è l'attività della domenica mattina, quando andiamo a Messa, diciamo con diligenza le nostre preghiere ma non permettiamo a Dio di entrare nella nostra vita. Quando siamo così preoccupati di perdere la nostra tranquillità e la nostra comodità che preferiamo non vedere le meraviglie che Dio compie nella nostra vita.
Lascio per ultimo il cieco nato perché ovviamente in lui abbiamo un esempio di cosa la fede sia davvero. È di Gesù l'iniziativa, il cieco non ha chiesto nulla e, quando riacquista la vista, non si mette a lambiccarsi il cervello di come possa essere successo, se fosse lecito o meno visto che era sabato, quello che ha sperimentato gli basta: prima era cieco ora ci vede. Il cieco crede in Gesù anche se molte cose non le ha capite e non le può spiegare, quello che è importante per lui è aver incontrato Gesù, averne sperimentato la potenza, essersi lasciato amare da lui.
Possiamo anche noi essere il cieco nato se permettiamo a Gesù di aprirci gli occhi, se scegliamo di non farci troppe domande ma decidiamo di fidarci di lui, di lasciarci amare da lui, di permettergli di farci vedere una realtà che fin'ora è rimasta a noi nascosta: il Regno di Dio.
La fede è perfettamente ragionevole ma è pur sempre una relazione d'amore, non si può vivere una relazione d'amore attraverso regole, norme e leggi o pretendendo di non dover rinunciare alle proprie comodità. Ogni relazione d'amore ci chiede di metterci in gioco, di scomodarci, di rivedere la nostra vita, le nostre convinzioni, le nostre sicurezze. Ogni relazione d'amore ci chiede fiducia e quando ci fidiamo è tutto perfettamente ragionevole.
Lasciamoci incontrare dal Signore Gesù, permettiamogli di aprirci gli occhi e scegliano di fidarci di lui, solo così la nostra vita entrerà nella luce e nella gioia vere.

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