Ogni giorno abbiamo tante necessità ma non tutte sono davvero indispensabili, ci preoccupiamo per molte cose ma non tutte sono davvero così improrogabili e se ci fermiamo a riflettere ci accorgiamo che per vivere ci serve molto meno di quello che pensiamo.
Due cose sono certamente necessarie: l'acqua e il cibo. Senza questi sostentamenti il nostro corpo deperisce, soffre e rischia la morte.
Gesù utilizza proprio questi due elementi basilari per ricordarci che non siamo fatti solo di carne, che abbiamo anche uno spirito e anche quello ha sete e fame, anche quello ha bisogno di essere dissetato e nutrito.
Nella pagina di Vangelo di questa domenica Gesù si trova al pozzo di Giacobbe e lì incontra una donna samaritana e le chiede da bere. Ne scaturisce un dialogo in cui la donna parla dell'acqua del pozzo mentre Gesù parla di un'acqua viva che è lui a donare, un'acqua che disseta per l'eternità, un'acqua che diventa sorgente d'acqua viva nel cuore di colui che l'ha bevuta. Gesù conduce così la donna a rendersi conto di avere nel cuore una sete di cui non si era mai accorta, la sete della fede, la sete di Dio. Infatti è poi la donna a cambiare discorso e a chiedere a Gesù dove si adora veramente Dio, ha intuito che Gesù le sta parlando non dell'acqua che disseta il corpo ma quella che disseta lo spirito, l'amore di Dio che è riversato nei nostri cuori.
Quando poi i discepoli di Gesù tornano dopo aver fatto provviste lo invitano a mangiare ma Gesù risponde di avere un altro cibo che loro non conoscono: fare la volontà del Padre, compiere la sua opera.
Come l'acqua e il cibo sostengono il nostro corpo così la fede e il compimento della volontà del Padre sostengono il nostro spirito, come sono indispensabili i primo tanto lo sono i secondi.
Ci capita di essere tristi, delusi, scoraggiati, irascibili, ansiosi, affaticati? Sono i sintomi di uno spirito disidratato e denutrito. Così come non si può vivere bene se il nostro corpo soffre la sete e la fame altrettanto non possiamo vivere bene se il nostro spirito soffre.
Impariamo, allora, innanzi tutto a riconoscere la sete e la fame spirituali.
Uno spirito assetato è in continua ricerca di relazioni, va elemosinando attenzione e amore in tutte le relazioni perché è assetato d'amore. Uno spirito affamato è sempre insoddisfatto, ansioso, concentrato solo sui propri progetti, va in cerca di affermazione, di risultati ma nulla lo soddisfa mai veramente.
Solo Dio può dissetarci e sfamarci ed è Egli stesso affamato e assetato di noi. Anche Dio ha sete, sete di noi, della relazione con noi, ha sete del nostro amore, per quanto piccolo e debole possa essere.
L'acqua via di cui parla Gesù è lo Spirito Santo che è l'Amore riversato nei nostri cuori dal giorno del nostro battesimo. C'è già in noi quella fonte di acqua viva di cui parla Gesù alla samaritana, è già lì nel nostro cuore e noi ce ne teniamo spesso alla larga, soffrendo la sete! Avviciniamoci, dissetiamoci! Lasciamoci amare da Dio! Permettiamogli di inondarci del suo amore! Abbandoniamoci a Lui!
Quando saremo dissetati scopriremo anche il cibo, fare la sua volontà. Comprenderemo che ciò che conta nella vita non è realizzare i nostri progetti ma partecipare ai suoi. Per quanto accurati e precisi i nostri piani saranno sempre imperfetti, limitati e a tempo determinato. Quanti hanno costruito grandi imprese che poi si sono sgretolate nel giro di pochi anni, quanti regi e imperi hanno subito la stessa fine. Perché affaticarci per qualcosa che è destinato a perire? Lasciamoci coinvolgere dal progetto di Dio, apriamo il nostro sguardo, leggiamo nella nostra vita i segni della sua presenza, le linee del suo progetto in cui ci chiama ad essere non semplici spettatori o manovali ma suoi diretti collaboratori. Guardiamo, per esempio, alla nostra famiglia non come a qualcosa che abbiamo fatto noi ma come un suo disegno d'amore a cui ci chiede di collaborare come altri hanno fatto prima di noi. Allarghiamo lo sguardo e impariamo a vedere come la nostra vita sia parte di un progetto che non è iniziato con noi e non si concluderà con noi. Che meraviglia sapere che le nostre azioni quotidiane, il nostro lavoro, i nostri impegni, non sono fini a se stessi ma possono essere parte del progetto più grande e importante di tutta la storia dell'umanità: la salvezza dell'uomo! E per tutto questo basta una sola semplice scelta: Signore voglio compiere la tua volontà
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