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sabato 18 marzo 2017

Ciò che è davvero necessario - Riflessione sul Vangelo di domenica 19 marzo 2017

Ogni giorno abbiamo tante necessità ma non tutte sono davvero indispensabili, ci preoccupiamo per molte cose ma non tutte sono davvero così improrogabili e se ci fermiamo a riflettere ci accorgiamo che per vivere ci serve molto meno di quello che pensiamo.
Due cose sono certamente necessarie: l'acqua e il cibo. Senza questi sostentamenti il nostro corpo deperisce, soffre e rischia la morte.
Gesù utilizza proprio questi due elementi basilari per ricordarci che non siamo fatti solo di carne, che abbiamo anche uno spirito e anche quello ha sete e fame, anche quello ha bisogno di essere dissetato e nutrito.
Nella pagina di Vangelo di questa domenica Gesù si trova al pozzo di Giacobbe e lì incontra una donna samaritana e le chiede da bere. Ne scaturisce un dialogo in cui la donna parla dell'acqua del pozzo mentre Gesù parla di un'acqua viva che è lui a donare, un'acqua che disseta per l'eternità, un'acqua che diventa sorgente d'acqua viva nel cuore di colui che l'ha bevuta. Gesù conduce così la donna a rendersi conto di avere nel cuore una sete di cui non si era mai accorta, la sete della fede, la sete di Dio. Infatti è poi la donna a cambiare discorso e a chiedere a Gesù dove si adora veramente Dio, ha intuito che Gesù le sta parlando non dell'acqua che disseta il corpo ma quella che disseta lo spirito, l'amore di Dio che è riversato nei nostri cuori.
Quando poi i discepoli di Gesù tornano dopo aver fatto provviste lo invitano a mangiare ma Gesù risponde di avere un altro cibo che loro non conoscono: fare la volontà del Padre, compiere la sua opera.
Come l'acqua e il cibo sostengono il nostro corpo così la fede e il compimento della volontà del Padre sostengono il nostro spirito, come sono indispensabili i primo tanto lo sono i secondi.
Ci capita di essere tristi, delusi, scoraggiati, irascibili, ansiosi, affaticati? Sono i sintomi di uno spirito disidratato e denutrito. Così come non si può vivere bene se il nostro corpo soffre la sete e la fame altrettanto non possiamo vivere bene se il nostro spirito soffre.
Impariamo, allora, innanzi tutto a riconoscere la sete e la fame spirituali.
Uno spirito assetato è in continua ricerca di relazioni, va elemosinando attenzione e amore in tutte le relazioni perché è assetato d'amore. Uno spirito affamato è sempre insoddisfatto, ansioso, concentrato solo sui propri progetti, va in cerca di affermazione, di risultati ma nulla lo soddisfa mai veramente.
Solo Dio può dissetarci e sfamarci ed è Egli stesso affamato e assetato di noi. Anche Dio ha sete, sete di noi, della relazione con noi, ha sete del nostro amore, per quanto piccolo e debole possa essere.
L'acqua via di cui parla Gesù è lo Spirito Santo che è l'Amore riversato nei nostri cuori dal giorno del nostro battesimo. C'è già in noi quella fonte di acqua viva di cui parla Gesù alla samaritana, è già lì nel nostro cuore e noi ce ne teniamo spesso alla larga, soffrendo la sete! Avviciniamoci, dissetiamoci! Lasciamoci amare da Dio! Permettiamogli di inondarci del suo amore! Abbandoniamoci a Lui!
Quando saremo dissetati scopriremo anche il cibo, fare la sua volontà. Comprenderemo che ciò che conta nella vita non è realizzare i nostri progetti ma partecipare ai suoi. Per quanto accurati e precisi i nostri piani saranno sempre imperfetti, limitati e a tempo determinato. Quanti hanno costruito grandi imprese che poi si sono sgretolate nel giro di pochi anni, quanti regi e imperi hanno subito la stessa fine. Perché affaticarci per qualcosa che è destinato a perire? Lasciamoci coinvolgere dal progetto di Dio, apriamo il nostro sguardo, leggiamo nella nostra vita i segni della sua presenza, le linee del suo progetto in cui ci chiama ad essere non semplici spettatori o manovali ma suoi diretti collaboratori. Guardiamo, per esempio, alla nostra famiglia non come a qualcosa che abbiamo fatto noi ma come un suo disegno d'amore a cui ci chiede di collaborare come altri hanno fatto prima di noi. Allarghiamo lo sguardo e impariamo a vedere come la nostra vita sia parte di un progetto che non è iniziato con noi e non si concluderà con noi. Che meraviglia sapere che le nostre azioni quotidiane, il nostro lavoro, i nostri impegni, non sono fini a se stessi ma possono essere parte del progetto più grande e importante di tutta la storia dell'umanità: la salvezza dell'uomo! E per tutto questo basta una sola semplice scelta: Signore voglio compiere la tua volontà
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