Negli ultimi duemila anni in molti si sono messi a studiare, tradurre, analizzare, interpretare ogni pagina del Vangelo, alcune sono molto chiare. altre per essere capite è necessario conoscere la storia e la cultura del tempo di Gesù, altre ancora ci raccontano eventi di cui continuiamo a comprendere ben poco. A quest'ultimo gruppo appartiene sicuramente la pagina della Trasfigurazione che tutti conosciamo molto bene e che ci lascia sempre con un interrogativo: perché Gesù ha voluto coinvolgere Pietro Giacomo e Giovanni in questo evento così straordinario e ricco di molti simboli?
Pagine e pagine sono state scritte, in molti, autorevoli Padri della Chiesa, grandi teologi e santi hanno avanzato le loro ipotesi. Secondo la maggior parte Gesù avrebbe voluto far fare l'esperienza della Trasfigurazione ai suoi discepoli per anticipare loro la sua resurrezione, specialmente in vista della passione e della morte in croce.
Mi chiedo però se in tutta questa riflessione non ci sia un po' della nostra convinzione che tutte le cose debbano avere una utilità, debbano servire a qualcosa di concreto.
Forse dovremo aspettare di essere in Paradiso per poter chiedere a Gesù il motivo di quell'evento, una cosa però la sappiamo già: per i discepoli è stata un'esperienza di grande gioia, hanno sperimentato direttamente la gloria di Dio, il suo amore infinito, la sua immensa grandezza, la sua luce inestinguibile.
Pietro dice "è bello per noi essere qui" e quando poi la nube luminosa li copre cadono con la faccia a terra in preda a un grande timore, non paura o angoscia, timore di Dio, la consapevolezza di essere a pochi passi dalla sua gloria.
Forse Gesù ha voluto solo fare loro una grande grazia, offrirgli la possibilità di sperimentare una profonda comunione con Dio, quella che lui viveva nella preghiera e che doveva lasciare sul suo volto un'espressione di pace e di gioia che i discepoli notavano e di cui si meravigliavano.
Forse la Trasfigurazione è sì un anticipo della risurrezione ma non solo per poter affrontare la passione ma per pregustare ciò che il Signore ha preparato per noi. In questo senso, allora, la Trasfigurazione non è soltanto un evento riservato a Pietro, Giacomo e Giovanni ma un'esperienza che il Signore vuole far fare anche a noi, in modo diverso, probabilmente, magari meno spettacolare.
Il Signore Gesù ha scelto di fasi uomo per noi, ha scelto di farsi crocifiggere per noi, perché ci vuole con sé, ci vuole condurre nella piena comunione col Padre nello Spirito, vuole farci gustare la bellezza, la dolcezza, la grandezza della vita eterna che ci ha voluto donare.
Siamo noi, purtroppo, che abbiamo il cuore indurito, che continuiamo a voler credere solo a ciò che possiamo spiegare, che possiamo documentare, che possiamo registrare e riprodurre. Senza nemmeno accorgercene abbiamo così chiuso il nostro cuore al Signore Gesù, non ci lasciamo guidare, non gli permettiamo di condurci dove non sappiamo, rischiamo così di perdere l'occasione di una grande grazia.
In questo tempo di Quaresima, lasciamoci condurre dal Signore sul monte che è la preghiera, organizziamoci e troviamo spazi di preghiera in cui, per una volta, non guidiamo noi, non attacchiamo con la nostra lunga lista di richieste, di parole, di formule. Allontaniamoci da tutto ciò che può distrarci e apriamo il cuore al Signore, lasciamo che faccia lui, che ci dica ciò che vuole, che ci faccia provare ciò che ha preparato per noi, non dobbiamo aver paura di lui, vuole solo amarci e farci sperimentare la bellezza del suo amore.
Il Signore desidera con tutto il cuore farci sperimentare quanto è grande il suo amore per noi, accogliamolo con tutto il cuore e anche noi potremo dire "è bello per noi stare qui"!
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