Noi italiani veniamo spesso presi in giro perché teniamo molto, anche troppo secondo alcuni, a due cose: alla famiglia e alla buona tavola. Nei tradizionali pranzi familiari nelle feste queste due nostre passioni si incontrano e danno vita a tavolate affollate di persone e pietanze. Dicano quello che vogliono ma tutto questo è molto bello!
È così bello che lo fa anche Dio, ogni domenica riunisce tutti i suoi figli attorno alla stessa mensa, li ama, li nutre con il dono più prezioso, il Corpo e il Sangue del Signore Gesù.
Purtroppo spesso, noi suoi figli, partecipiamo a questi banchetti meravigliosi in modo molto distratto, un po' per abitudine o per dovere, rischiamo di perdere il senso di ciò a cui stiamo prendendo parte, a non capire quale meravigliosa occasione il Signore ci stia offrendo.
Cerchiamo allora, in questa solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Gesù, di comprendere meglio cosa è l'Eucarestia.
A catechismo ci hanno insegnato che nel Sacramento dell'Eucarestia è realmente presente il Signore Gesù con il suo Corpo, il suo Sangue, la sua Anima e la sua Divinità. Dunque quando andiamo a ricevere la Comunione noi stiamo ricevendo Gesù in persona, fattosi cibo per noi, è un incontro personale. Penso che ciascuno di noi abbia sperimentato una certa difficoltà a comprendere che, appunto si tratta di un incontro con una persona viva e non con un oggetto. La tentazione di andare a ricevere la Comunione come fosse una medicina o un porta fortuna è sempre dietro l'angolo!
L'Eucarestia, quindi, è il Signore Gesù che ci viene incontro e lo fa non da solo ma attraverso una famiglia, la sua Chiesa. Non c'è Eucarestia senza la Chiesa e non la possiamo capire se non viviamo la comunità. Diciamo infatti che riceviamo la Comunione ma non è solo comunione con il Signore Gesù è anche comunione con i nostri fratelli, con quanti abbiamo accanto fisicamente, che magari vediamo a Messa tutte le domeniche da anni ma di cui non conosciamo il nome.
IL Signore Gesù ha scelto di farsi cibo per noi, per nutrire la nostra vita, il cibo ci dà energia, ci rende possibile agire, muoverci, vivere. Così quando riceviamo il Signore Gesù realmente presente nel Sacramento, Egli ci rende capaci di essere in comunione con lui e di essere in comunione con i fratelli, trasforma il nostro cuore, ci rende capaci di amare e di prenderci cura di chi abbiamo accanto. Ci chiede però anche un piccolo sforzo, un po' di coraggio nel tendere la mano a chi mi siede vicino nel banco e presentarmi. Non dobbiamo violare la privacy di nessuno ma abbiamo bisogno di conoscere i fratelli che il Signore ci ha messo accanto, altrimenti non saremo in grado di conoscere nemmeno lui! Se non siamo in comunione tra noi non possiamo esserlo nemmeno con il Signore Gesù. Come abbiamo detto domenica scorsa, in Dio conoscere e amare coincidono e la Comunione con il Signore Gesù rende anche noi capaci di vivere questo, ci fa amare e conoscere insieme i nostri fratelli.
Molti dicono che uno dei mali più gravi della nostra società è la solitudine, il Signore Gesù si dona a noi per essere rimedio a questo male subdolo e gravissimo, ci rende capaci di volerci bene, di scoprirci parte di una comunità, di una famiglia, di saperci amati e di imparare ad amare.
La prossima volta che riceveremo la Comunione ricordiamo che stiamo incontrando una Persona, il Signore Gesù, che ci invita ad incontrarne altre, i nostri fratelli, e tendiamo la mano senza paura e la nostra vita cambierà.
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