Questa settimana il problema ce l'ho io, come faccio a parlarvi dell'Eucaristia? Come faccio a raccontarvi un'esperienza che si può solo vivere e che ogni volta che la vivi la comprendi meglio e comunque ti stupisce ancora?
Proviamoci!
Un celebre inno di san Tommaso d'Aquino ci ricorda che la vista, il tatto il gusto, quando percepiscono l'Eucaristia sbagliano perché per comprenderla ci vuole un atto di fede basato sull'ascolto di una testimonianza. I nostri sensi percepiscono pane e vino, oggetti inanimati, ma la verità del Sacramento è esattamente l'opposto.
Percepiamo pane ma è Corpo di Cristo, percepiamo vino ma è Sangue di Cristo, percepiamo oggetti ma è una Persona, è il Signore Gesù! Sì, Al momento della consacrazione lo Spirito Santo opera quella che con termine tecnico è definita transustanziazione, il pane e il vino smettono di essere tali e diventano Corpo e Sangue di Cristo. Gesù, dunque, si rende realmente presente nelle specie eucaristiche.
Fin qui quello che ci hanno insegnato a catechismo ma poi tutto questo cosa dice alla nostra vita?
Innanzi tutto ci dice che Gesù ha scelto di essere realmente presente nella nostra vita, non in modo simbolico ma reale! L'Eucaristia non è un simbolo come potrebbe essere una foto o un dipinto che raffigurano una persona. Se ho la foto di un mio caro non ho la persona lì, ho una sua immagine che me lo ricorda. L'Eucaristia non è un'immagine di Gesù, è Gesù!
Non è facile da credere, forse è più difficile credere alla presenza reale di Gesù nel Sacramento che alla sua esistenza. Possiamo, cioè, essere disposti a credere che il Signore Gesù esista e abiti nei cieli, in una dimensione a noi irraggiungibile ma credere che sia realmente presente in quello che ai nostri occhi sembra un pezzo di pane azzimo è molto più difficile. Un aiuto viene dalla preghiera, da una preghiera abituale davanti al tabernacolo, una preghiera che si fa dialogo "Signore Gesù, so che tu sei presente qui, davanti a me, in questo Santissimo Sacramento. I miei occhi vedono pane ma credo che dietro quell'aspetto ci sei tu". Provateci, all'inizio vi sembrerà di parlare con il muro, poi col tempo anche il vostro cuore, piano piano, inizierà a sciogliersi e a percepire la presenza del Signore Gesù, non perché saremo diventati più bravi a riconoscerlo ma perché la nostra preghiera ci avrà reso più docili all'azione dello Spirito.
L'Eucaristia non è solo una Persona, è un evento, è l'evento della Passione, della Morte e della Resurrezione del Signore Gesù: non un susseguirsi di fatti ma il dono d'amore che il Figlio ha fatto di sé per compiere il disegno di Salvezza del Padre. L'Eucaristia è, così, un'occasione, per noi, per vivere, partecipare, all'evento centrale della storia dell'umanità: la morte e la resurrezione del Signore. Ricevere l'Eucarestia è compiere un viaggio nel tempo e nello spazio che ci porta al Golgota il Venerdì Santo e al Sepolcro vuoto la mattina di Pasqua.
L'Eucaristia è un dono è il Signore Gesù che si dona a noi e viene a nutrire la nostra esistenza, viene a saziare la fame di vita eterna e la nostra sete di alleanza, di amore. Il Corpo di Gesù è cibo che ci dona vita eterna, il suo Sangue è il sigillo della Alleanza con lui, del legame che ci stringe al suo amore, che niente e nessuno potrà mai spezzare.
Mi sono chiesto: perché il Signore ha scelto di donarsi a noi in un modo apparentemente così materiale, impersonale? Perché si lascia mangiare e bere? Questa la risposta che ho trovato: perché è il modo che ha scelto per donarsi totalmente a noi, per mettersi pienamente nelle nostre mani, per abbandonarsi alla nostra libertà. In fondo anche la difficoltà che abbiamo nel riuscire a riconoscerlo realmente presente nel Sacramento non è un modo per farsi desiderare o per complicarci la vita ma è per salvaguardare il più possibile la nostra libertà, per non rischiare di violarla in nulla.
L'Eucaristia è il Signore Gesù che ci ama e l'amore non può essere spiegato, può solo essere vissuto.
Vivete l'Eucaristia, vivete nel Signore Gesù!
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