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sabato 20 giugno 2015

Liberati dalla paura - Riflessione sul Vangelo di domenica 21 giugno 2015

Nelle prime pagine degli elenchi del telefono si trovano i numeri utili e i numeri del pronto intervento: carbinieri, polizia, vigili del fuoco, ambulanza. Sono numeri importanti da conoscere e avere sotto mano in caso di necessità.
A ben guardare, però, manca un numero, quello del Signore Gesù, sembra un po' irriverente ma dobbiamo ammettere che spesso ci rivolgiamo a Lui solo in caso di necessità.
Anche noi, come i discepoli, lo abbiamo preso sulla barca della nostra vita ma poi lo abbiamo messo a dormire, magari non osiamo disturbarlo, preferiamo pensare da soli alle nostre necessità. La maggior parte dei cristiani di oggi (ma anche di ieri) vive come se Dio fosse addormentato o impegnato in altre faccende, come se non potesse prendersi cura di noi. Così moltissime persone vivono una vita solitaria, affrontano ogni giorno difficoltà e problemi, convinti di dover trovare una soluzione, certi di doverci pensare da soli. A volte, però, le situazioni che la vita ci pone davanti ci appaiono più grosse di noi, ci sembrano insormontabili, ci sentiamo in pericolo e allora disperati ci rivolgiamo al Signore e magari lo rimproveriamo anche "Signore, non ti importa che io stia per affogare in questi problemi?". E il Signore risponde, si prende cura di noi, ci sorregge, ci incoraggia e ci fa superare la difficoltà e poi chiede anche a noi: "Perché hai paura? Perché ancora non ti fidi di me?"
Abbiamo paura perché ci pensiamo abbandonati a noi stessi, perché non sappiamo vedere e riconoscere le azioni di Dio nella nostra vita. Abbiamo difficoltà a fidarci perché siamo convinti di dove pensare da soli alla nostra sussistenza, perché non sappiamo staccarci dalle previsioni che ci siamo fatti, perché pensiamo che tutto debba andare come ce lo siamo immaginato.
Paradossalmente è proprio in quel momento, quando ci sentiamo deboli e fragili, quando pensiamo di non riuscire ad uscirne da soli che possiamo cambiare radicalmente l'orientamento della nostra vita iniziando a fidarci veramente del Signore.
Fidarsi veramente di Gesù significa vivere nella certezza che è più forte e più grande delle nostre paure, che comanda al mare e questo gli obbedisce. Il Signore Gesù vince le nostre paure, vince ciò che ci preoccupa e ci provoca ansia. Fidarsi veramente di Lui è affrontare la vita nella sicurezza che nulla potrà mai farci affogare perché ci sarà Lui a prendersi cura di noi.
Fidarsi del Signore Gesù significa però anche mettere in discussione tutte le nostre certezze, a cominciare da quelle circa i nostri bisogni. Tutti pensiamo di sapere di cosa abbiamo bisogno, tutti vogliamo avere delle sicurezze: economiche, lavorative, di salute. Siamo convinti che senza quelle cose la nostra vita sia perduta ma ci sbagliamo! Il Signore sa di cosa abbiamo veramente bisogno, sa cosa, invece, è secondario, sa quale è il punto passato il quale la barca della nostra vita affonderebbe e non permette mai che lo superiamo. Al contrario quelle sicurezze diventano per noi una zavorra, un motivo di intralcio perché non ci consentono di lasciare campo libero al Signore affinché compia la sua opera di salvezza nella nostra vita. Se non sappiamo rinunciare alle nostre certezze ci troveremo a dover rinunciare alla nostra serenità.
Se invece decidiamo di fidarci del Signore Gesù, se gli permettiamo di aprirci gli occhi, di insegnarci a guardare alla realtà non più alla maniera umana ma nella prospettiva nuova dei figli di Dio, nella luce dell'amore del Padre per ciascuno di noi, allora scopriremo che possiamo vivere una vita diversa, una vita nuova, in cui il Signore è presente accanto a noi sempre. Il Signore non dorme mai, non smette di prendersi cura di noi, di guidare la nostra vita, di disporre ciò che ci è necessario, quando e come ne abbiamo bisogno. Per vivere questa vita non occorre altro che la fiducia in Lui e una relazione autentica, quotidiana, che non si limita alla chiamata di emergenza ma che vive un affidamento pieno ogni giorno. Impariamo ad affidargli la nostra vita, a lasciare che vinca le nostre paure, lasciamoci stupire dalla sua provvidenza, lasciamoci salvare.
Se nella nostra vita c'è qualcosa che pensiamo sia ormai irrecuperabile, una relazione in crisi, un problema lavorativo, una malattia, un atteggiamento o un vizio nostro o di chi ci sta accanto, iniziamo a pensare che il Signore può e vuole sanare quella situazione. Non fa niente se non lo sentiamo, se siamo scoraggiati e ormai abbiamo perso ogni speranza perché sono molti anni che non vediamo alcun cambiamento, iniziamo a portarlo nella preghiera, presentiamolo al Signore Gesù  che è il Dio dell'impossibile, senza dargli istruzioni, senza spiegargli come intervenire. Affidiamoci semplicemente a lui, permettendogli di agire in quella tempesta della nostra vita, lasciamo che riporti la calma e la pace nel nostro cuore e nella nostra vita. Probabilmente la sua soluzione sarà ben diversa da quella a cui avevamo pensato noi ma nel profondo del cuore sapremo che è la cosa giusta.

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