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venerdì 8 settembre 2017

Veri fratelli - Riflessione sul Vangelo di domenica 10 settembre 2017

La società in cui viviamo è stata definita con tante espressioni diverse che vogliono metterne in luce le caratteristiche fondamentali. Una di queste è sicuramente l'individualismo. Forse come conseguenza di lunghi periodi di autoritarismo nei quali c'era sempre qualcuno che comandava sugli altri, negli ultimi decenni si è fatto sempre più strada un forte bisogno di autonomia personale, di libertà di opinione, espressione, scelta. Tutte aspirazioni giuste in sé ma che se portate all'eccesso diventano pericolose. I social media sono uno specchio molto fedele di questa rivoluzione culturale: tutti si sentono in diritto di criticare, di esprimere il loro parere, di giudicare le parole e i gesti altrui convinti di essere i detentori della verità tutta intera. Siamo tutti molto bravi a riconoscere e a stigmatizzare i difetti, le debolezze, gli errori altrui, non però per aiutarli a correggersi e a cambiare ma per poter immaginare, almeno per un momento di essere migliori di loro.
Gesù ci propone uno stile ben diverso, ci chiede di amare il fratello che abbiamo accanto e prendercene cura, soprattutto quando questi commette una colpa contro di noi. Ci invita a correggerlo e a tentarle tutte per portarlo a rendersi conto del male commesso. Attenzione, però, non per vendetta e nemmeno con il fare arrogante e presuntuoso di che pensa di sapere tutto! Gesù ci invita alla carità fraterna a correggerci, a prenderci cura gli uni degli altri, a custodirci a vicenda.
Ciò che il Signore vuole condurci a creare è una comunione fraterna autentica, vera, fondata sull'amore, sulla carità, sul dono di se stessi. Sembra faticoso e lo è! Decisamente è più facile occuparci ognuno della propria vita lasciando che gli altri facciano lo stesso, la vita comunitaria è un impegno continuo di accoglienza, pazienza, comprensione.
Dobbiamo chiederci però cosa guadagniamo e cosa rischiamo di perdere?
Occuparci solo di noi stessi ci permetterà di avere sicuramente molto tempo libero che andrà sempre aumentando e poco a poco si rivelerà per ciò che è veramente: tempo di solitudine. L'autonomia esasperata che pretendiamo di avere oggi, la libertà di pensare e credere quello che mi pare ha un prezzo molto alto: la solitudine, appunto.
In gioco, allora, c'è la serenità della nostra vita, la nostra gioia!
Cos'è che ci può salvare da questa deriva individualista? L'amore vero! L'amore autentico, infatti, ci porta ad essere umili per saper riconoscere di non essere i detentori della verità tutta intera e nello stesso tempo ci fa desiderare comprendere sempre meglio la verità profonda di ciò che facciamo, delle nostre scelte, le loro conseguenze. L'amore ci fa accogliere i consigli e gli insegnamenti con attenzione per poter verificare poi la nostra vita. L'amore ci spinge a dimenticare il torto ricevuto e a prenderci cura del fratello che si è comportato male, non per vendicarci ma per aiutarlo a capire che facendo del male a noi ne ha fatto a se stesso. Comunione è volersi bene concretamente, accogliere il fratello così com'è, con i suoi difetti e i suoi pregi, con le sue capacità e le sue debolezze. Accogliere, non tollerare! Si fa tanto parlare oggi di tolleranza ma non ha nulla a che fare col Vangelo! Tolleriamo quello che vorremmo allontanare ma non possiamo, chi vorremmo eliminare ma non ci è possibile. Il Signore ci invita ad amarci gli uni gli altri, ad avere sollecitudine l'uno per l'altro, ad accoglierci così come siamo, d'altro canto è Lui il primo ad accoglierci così come siamo!
Con qualcuno sarà più semplice, con qualcun altro un po' più difficile, iniziamo allora dalla preghiera. Impariamo a pregare insieme, a chiedere al Signore di insegnarci a voler bene ai fratelli coi quali ogni domenica condivido la Messa, quelli della mia parrocchia, della mia comunità. Gesù ci ha promesso che se ci riuniamo nel suo nome, e dunque nel suo amore, egli è con noi. Lasciamo che ci ispiri un desiderio autentico di amare i nostri fratelli e di prendercene cura: è in questo tutta la nostra gioia.

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