Penso capiti a ciascuno di noi ben più di una volta al giorno di trovarsi in disaccordo con qualcuno, di faticare per far capire il nostro punto di vista, la prospettiva con cui valutiamo una determinata situazione. Caratteristica fondamentale dell'uomo è la ragione che ci permette di guardare la realtà e di interpretarla, di analizzarla e di giudicarla. Il modo con cui guardiamo alle cose della vita, il pensiero che seguiamo determina le nostre scelte e l'andamento di tutta la nostra vita molto più di quanto non ci rendiamo conto.
Molte volte la Scrittura ci ricorda che il modo di pensare di Dio è molto diverso dal nostro, che guardiamo alla realtà in due modi molto diversi.
La pagina di Vangelo di questa domenica ci presenta Gesù che racconta la nota parabola dei lavoratori a giornata. Un padrone esce alle sei del mattino e assume dei lavoratori per la sua vigna per quella giornata accordandosi con loro per la paga di un denaro, il normale salario giornaliero di un lavoratore dell'epoca. Esce poi di nuovo alle nove, a mezzogiorno, alle tre e alle cinque del pomeriggio e continua a mandare operai nella sua vigna. Alle sei il lavoro si conclude e tutti gli operai ricevono il loro salario, iniziano prima quelli arrivati per ultimi i quali ricevono un denaro e così via. Quando anche i primi ricevono un denaro si lamentano col padrone perché dovrebbero ricevere di più, avendo lavorato dodici ore e non una soltanto. Il padrone è irremovibile: con loro ha concordato un denaro e quello è quanto riceveranno, quanto dà agli altri è solo affar suo.
Non c'è bisogno di essere sindacalisti per schierarsi dalla parte degli operai: chi più ha lavorato deve ricevere di più! Ma questa è la mentalità del mondo, una mentalità economica, che mette al centro il profitto, il bene economico, che valuta una persona in base a quanto ha prodotto, a quanto valore ha aggiunto all'impresa.
Il pensiero di Dio è tutt'altra cosa. Per Dio al centro non c'è il profitto ma la persona, non il guadagno ma la vita. Il padrone della parabola dà a tutti la stessa paga perché è ciò che è necessario per vivere, se avesse pagato gli ultimi in base a quanto prodotto non avrebbero avuto di che sfamarsi, non avrebbero potuto portare a casa il pane alla famiglia, si sarebbero trovati a mendicare.
Che guaio sarebbe per noi se Dio ragionasse secondo il mondo! Chi di noi potrebbe pretendere di avere qualcosa visto che nemmeno la vita che viviamo è nostra!
Dio non ragiona come noi ma forse noi potremmo iniziare a ragionare come lui, potremmo iniziare a mettere al primo posto non il profitto ma la persona, non l'interesse ma la vita di chi ci sta accanto.
Il mondo continua a mettere al centro il profitto senza rendersi conto quante conseguenze gravi e pericolose questo comporti. Se ciò che è importante è il guadagno, chi non è in grado di produrre perché malato, handicappato, anziano è solo un peso, un fardello inutile. Infatti in molti paesi dove la logica del profitto la fa da padrona si sta facendo di tutto per liberalizzare l'eutanasia e il cosiddetto "aborto terapeutico" (che di terapeutico non ha proprio nulla). La logica del profitto porta a rifiutare chi non produce, chi chiede aiuto, chi è in difficoltà, e di tutto questo ne abbiamo piena la cronaca degli ultimi mesi.
Se invece imparassimo a pensare secondo Dio, a cercare non il profitto ma il bene delle persone, se dessimo a tutti la possibilità di lavorare secondo le proprie possibilità (perché la logica di Dio non approva i fannulloni, ciascuno deve contribuire per quanto può) e poi dessimo a tutti ciò che è necessario per vivere, se imparassimo a condividere i beni e non a concentrarli nelle mani di pochi, tutta la società ne trarrebbe grande giovamento.
Prima che qualcuno mi tacci di ideologie sinistroidi faccio presente che questo non è comunismo, il quale non ha nulla a che fare col Vangelo, questa è comunità. Noi ragioniamo come imprenditori, Dio ragiona come Padre che si prende cura di ciascuno dei suoi figli e fa in modo che nessuno di loro muoia di fame.
Chiediamo al Signore di aiutarci a convertire i nostri pensieri, a mettere al centro del nostro modo di pensare l'incommensurabile valore della persona umana per proporre modi nuovi di guardare alle cose, di vivere insieme, per iniziare ad essere più famiglia, a comportarci da figli di Dio.
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