Molte volte la Scrittura ci ricorda che il modo di pensare di Dio è molto diverso dal nostro, che guardiamo alla realtà in due modi molto diversi.

Non c'è bisogno di essere sindacalisti per schierarsi dalla parte degli operai: chi più ha lavorato deve ricevere di più! Ma questa è la mentalità del mondo, una mentalità economica, che mette al centro il profitto, il bene economico, che valuta una persona in base a quanto ha prodotto, a quanto valore ha aggiunto all'impresa.
Il pensiero di Dio è tutt'altra cosa. Per Dio al centro non c'è il profitto ma la persona, non il guadagno ma la vita. Il padrone della parabola dà a tutti la stessa paga perché è ciò che è necessario per vivere, se avesse pagato gli ultimi in base a quanto prodotto non avrebbero avuto di che sfamarsi, non avrebbero potuto portare a casa il pane alla famiglia, si sarebbero trovati a mendicare.
Che guaio sarebbe per noi se Dio ragionasse secondo il mondo! Chi di noi potrebbe pretendere di avere qualcosa visto che nemmeno la vita che viviamo è nostra!
Dio non ragiona come noi ma forse noi potremmo iniziare a ragionare come lui, potremmo iniziare a mettere al primo posto non il profitto ma la persona, non l'interesse ma la vita di chi ci sta accanto.
Il mondo continua a mettere al centro il profitto senza rendersi conto quante conseguenze gravi e pericolose questo comporti. Se ciò che è importante è il guadagno, chi non è in grado di produrre perché malato, handicappato, anziano è solo un peso, un fardello inutile. Infatti in molti paesi dove la logica del profitto la fa da padrona si sta facendo di tutto per liberalizzare l'eutanasia e il cosiddetto "aborto terapeutico" (che di terapeutico non ha proprio nulla). La logica del profitto porta a rifiutare chi non produce, chi chiede aiuto, chi è in difficoltà, e di tutto questo ne abbiamo piena la cronaca degli ultimi mesi.
Se invece imparassimo a pensare secondo Dio, a cercare non il profitto ma il bene delle persone, se dessimo a tutti la possibilità di lavorare secondo le proprie possibilità (perché la logica di Dio non approva i fannulloni, ciascuno deve contribuire per quanto può) e poi dessimo a tutti ciò che è necessario per vivere, se imparassimo a condividere i beni e non a concentrarli nelle mani di pochi, tutta la società ne trarrebbe grande giovamento.
Prima che qualcuno mi tacci di ideologie sinistroidi faccio presente che questo non è comunismo, il quale non ha nulla a che fare col Vangelo, questa è comunità. Noi ragioniamo come imprenditori, Dio ragiona come Padre che si prende cura di ciascuno dei suoi figli e fa in modo che nessuno di loro muoia di fame.
Chiediamo al Signore di aiutarci a convertire i nostri pensieri, a mettere al centro del nostro modo di pensare l'incommensurabile valore della persona umana per proporre modi nuovi di guardare alle cose, di vivere insieme, per iniziare ad essere più famiglia, a comportarci da figli di Dio.
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