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sabato 31 dicembre 2016

Dio salva! - Riflessione sul Vangelo di domenica 1 gennaio 2017

Alla fine dell'anno ci troviamo spesso a fare il bilancio dell'anno appena trascorso e all'inizio del nuovo facciamo propositi e progetti. Qualche volta il bilancio è in attivo perché nel corso dell'anno abbiamo vissuto eventi belli e importanti, altre volte il bilancio è negativo perché ci sono accaduti eventi tristi e dolorosi. Quanto ai progetti e ai propositi non sappiamo quanto ci sarà possibile realizzarli, sappiamo bene che non dipenderà esclusivamente da noi. Forse a considerare bene la nostra storia ma anche quella dell'umanità intera ci potremmo sentire impotenti, potremmo avere la sensazione di essere sballottati da tanti eventi che non possiamo controllare, eventi che decidono della nostra sorte. Tutto questo se ci limitiamo a considerare la storia in termini esclusivamente umani. 
In verità non siamo come navi alla deriva, sballottati dalle onde di una storia che come un mare in tempesta tenta ogni giorno di inghiottirci. La nostra vita è nelle mani di Dio, di un Dio che salva!
Gesù significa "Dio salva" ed è il nome di quel Bambino in cui Dio ha voluto incarnarsi, ha voluto farsi vicino a noi, ha voluto manifestarsi ad ogni uomo, a partire dai più poveri ed emarginati. 
Leggiamo allora la nostra storia alla luce del nome di Gesù, davanti alle catastrofi, davanti alle disgrazie, davanti agli eventi dolorosi ricordiamoci che Dio salva! Davanti alle gioie, davanti ai successi, davanti alle vittorie ricordiamoci che Dio salva! 
Proviamo a rileggere il nostro anno passato alla luce di questa certezza, che in tutto ciò che abbiamo vissuto Dio viene a salvarci, se glielo permettiamo. Anche in quegli eventi che ci sembrano solo tragedie, anche lì Dio salva, anche nelle grandi sofferenze Dio salva! Lodare e ringraziare Dio per gli eventi gioiosi è più semplice, anche se non sempre ci ricordiamo di farlo, iniziamo a farlo anche davanti alle situazioni più difficili certi che anche lì dove tutto ci sembra perduto Dio salva!
Per imparare a lodare Dio sempre, per imparare a fidarci di lui in ogni circostanza impariamo da Maria Santissima. Come lei custodiamo e meditiamo nel cuore tutto ciò che ci accade permettendo allo Spirito Santo di illuminarci, di infonderci speranza, serenità, coraggio. Impariamo a non lasciarci scoraggiare dagli eventi della vita, impariamo ad andare sempre avanti, fiduciosi che Dio non manca mai alle sue promesse, che non ci abbandona ma che tutto volge a nostra salvezza perché ha scelto di farsi uomo per donarci la sua vita eterna. Su questa fiducia e certezza impariamo a lodare Dio, ad annunciare le sue meraviglie, a raccontare quello che ha compiuto nella nostra vita affinché anche i nostri fratelli possano imparare ad aprirgli il cuore, ad accogliere il suo amore e la sua salvezza che è davvero per ogni uomo!

sabato 17 dicembre 2016

Vero coraggio - Riflessione sul Vangelo di domenica 18 dicembre 2016

Nell'antichità c'erano gli eroi dell'epica classica, nel Medioevo i cavalieri, oggi abbiamo i supereroi (è vero, ci abbiamo perso parecchio ma rimandiamo ad altra sede una discussione circa il declino della nostra letteratura): tutti costoro non sono altro che personaggi coraggiosi, che hanno affrontato senza paura imprese leggendarie. Perché tanto interesse intorno a figure di questo tipo? Penso perché abbiamo bisogno di modelli di coraggio, abbiamo bisogno di poter avere davanti agli occhi esempi di persone che hanno compiuto grandi imprese così, forse, suscitano in noi un po' più di coraggio per affrontare le difficoltà quotidiane.
Sapete chi è stato un uomo veramente coraggioso, uno che vale davvero la pena di imitare? San Giuseppe! Sì, proprio il mite e taciturno san Giuseppe.
La pagina di Vangelo di questa domenica è l'unica di cui è protagonista, di lui non ci rimane neppure una parola ma ci ha lasciato un enorme esempio di coraggio.
Coraggio non è latro che una versione provenzale della parola latina cor cuore. Dunque avere coraggio non è sapersi buttare a un ponte con un elastico alle caviglie o correre a trecento chilometri all'ora su una pista; avere coraggio non è altro che avere cuore e saperlo usare bene. Non nel senso smielato e un po' infantile come lo intendiamo oggi, non significa essere romanticoni e teneroni ma essere persone che in quello che fanno ci mettono il cuore e cioè tutto se stessi. Nella Scrittura il cuore è la sede sia dei pensieri che dei sentimenti perché non possono essere separati in quanto gli uni influenzano gli altri e viceversa. Quando amiamo una persona ne pensiamo anche bene, vogliamo il suo bene, la conosciamo sempre meglio e ne comprendiamo i pensieri. Così pure quando iniziamo a conoscere una persona, la stimiamo, ne apprezziamo le idee e i comportamenti iniziamo anche a volerle bene. Per tutto questo, però, serve un cuore puro, limpido, giusto, capace di compassione e misericordia.
Giuseppe aveva un cuore così: giusto nel senso biblico del termine e cioè appunto limpido e puro, misericordioso e compassionevole, un cuore come il cuore di Dio. Avrebbe avuto ogni diritto, anzi, sarebbe stato suo dovere denunciare pubblicamente e lapidare Maria, trovata incinta prima che andassero a vivere insieme. Ma il suo cuore puro non glielo voleva permettere, così mentre cercava una via d'uscita ecco in sogno l'angelo spiegargli come stavano veramente le cose. Quell'invito "non temere" deve aver risuonato nel cuore di Giuseppe molte volte, deve averlo richiamato alla memoria molto spesso mentre faceva da padre al Figlio di Dio. Il segreto di Giuseppe, il suo coraggio è tutto lì è nel suo cuore che ha accolto quell'invito, che ha scelto di non aver paura di una chiamata di Dio che veniva a sconvolgere tutti i suoi piani, i suoi progetti buoni e belli ma terreni. Giuseppe ha avuto coraggio perché ha scelto di fidarsi di Dio, di mettere da parte i suoi disegni per scegliere l'unico disegno che meriti di essere seguito: il disegno d'Amore di Dio.
In questa quarta domenica di Avvento impariamo lo stile di Giuseppe, impariamo ad avere anche noi coraggio, a mettere il cuore in quello che facciamo, a non avere paura della chiamata di Dio, ad alzarci e a compiere quello che Dio ha pensato per noi. Ci cambierà molti dei nostri progetti ma sarà l'occasione per ognuno di noi di fare della nostra vita una occasione di salvezza per tanti fratelli. Qualcuno potrebbe obiettare: ma come si fa a capire la volontà di Dio? Il problema vero non è come capire ma se davvero vogliamo capirla! Spesso non capiamo cosa il Signore vuole da noi semplicemente perché preferiamo non capire, perché abbiamo paura che ci chieda più di quanto siamo disposti a dargli, che ci porti a fare scelte che ci sembrano scomode e impegnative. Impariamo da Giuseppe, purifichiamo il nostro cuore da ogni paura, da ogni egoismo, da ogni superbia, iniziamo a vivere ogni cosa che facciamo mettendoci il cuore, amando le persone che incontriamo, anche chi magari vediamo per pochi minuti e non vedremo mai più nella nostra vita. Mettiamo cuore in ogni nostra azione e il Signore ci manifesterà la sua volontà, il suo disegno d'amore e di salvezza per la nostra vita.

venerdì 2 dicembre 2016

Gesti d'amore che cambiano il cuore - Riflessione sul Vangelo di domenica 4 dicembre 2016

Ci sono persone che, quando parlano di ciò che li appassiona, lo fanno con una forza e una carica tali da affascinare chi ascolta. Conosco persone che quando parlano delle loro passioni letteralmente si accendono, si infervorano, sembrano un fiume in piena e sanno essere coinvolgenti, sanno catturare l'attenzione, ci si ferma ad ascoltarli con interesse. Ciò che conquista non è solo l'argomento ma l'entusiasmo con cui ne parlano, la capacità che hanno di fartene intuire la bellezza, l'importanza, la grandezza. 
Doveva essere così san Giovanni Battista, un uomo appassionato, capace di catalizzare l'attenzione di tante persone che accorrevano a lui da tutta la Giudea. Un uomo che, con forza, annunciava l'arrivo del Messia, con una passione e una forza a cui non si riusciva a resistere. Non era certo un tipo tenero Giovanni, quanto aveva da dire lo diceva in faccia, senza mezzi termini, senza diplomazia eppure la passione che ci metteva nell'annunciare la venuta del Messia era tale che tutti volevano ascoltarlo. Uniamoci anche noi a quelle folle e andiamo ad ascoltarlo, lasciamoci guidare dal suo annuncio a prepararci ad accogliere il Signore Gesù che viene nella nostra vita.
"Convertitevi! Fate frutti degni di conversione!" Diceva Giovanni. La conversione tanto appassionatamente invocata dal Precursore è il cambiamento del modo di pensare, dobbiamo smettere di pensare secondo il mondo mettendo al centro della nostra vita noi stessi e dobbiamo iniziare a pensare secondo Dio, mettendo Lui al centro della nostra vita. Poiché, poi, le nostre azioni rivelano i nostri pensieri, le nostre azioni devono manifestare anche questa conversione.
Ammettiamolo, siamo molto più centrati su noi stessi di quanto non vorremmo. Quando ci accade qualcosa il nostro primo pensiero è alle conseguenze che quell'evento avrà sulla nostra vita, su quanto sconvolgerà i nostri piani su quanto ci costerà o potrà esserci vantaggioso. Quanto è difficile, però, abbandonare questa mentalità. Iniziamo, allora, dalle azioni, impegniamoci a fare azioni degne di chi ha messo il Signore e la sua volontà al centro della propria vita. Dedichiamo un po' del nostro tempo e delle nostre energie a chi ha bisogno, a chi non può esserci di alcun vantaggio, spendiamoci gratuitamente. Davanti alle difficoltà, invece di abbandonarci all'ansia e allo sconforto, mettiamoci a lodare il Signore, non per convincerlo a volgere le cose a nostro vantaggio, ma con la certezza che non ci abbandona e che, ancora una volta, ci mostrerà la sua salvezza. Quando siamo tentati di giudicare una persona, rendiamo grazie a Dio per la sua vita e chiediamogli che ci insegni ad amarla come la ama Lui. Compiamo gesti d'amore, anche se all'inizio saranno faticosi, anche se ci sembrerà di farli contro voglia, o se ci verrà da pensare che non servano a nulla. Scopriremo a poco a poco che non è poi così difficile e che si può veramente iniziare a pensare secondo Dio. Il nostro cuore diventerà ogni giorno di più capace di amare di amore vero, gratuito e sarà così sempre più pronto ad accogliere il Signore che viene a battezzarci in Spirito Santo e fuoco, a immergerci, cioè, nello Spirito che è Dio che ama in noi. Solo un cuore capace di amore donato può accogliere l'amore di Dio che si dona ed è quell'amore che trasforma veramente la nostra vita, che le fa realmente cambiare aspetto. Ci ritroveremo, senza quasi accorgercene, a fare discorsi appassionati come quelli di Giovanni Battista, a invitare i fratelli a incontrare il Signore, a lasciarsi amare da Lui, ad amare chi ci sta accanto perché la nostra vera natura è di amare, amare pienamente e gratuitamente. 
Questo Tempo di Avvento possa essere un tempo nel quale impariamo lo stile della conversione, dell'amore che si dona, tempo nel qual ci prepariamo ad incontrare il Signore che viene a renderci capaci da amare come ama Lui e di trovare così tutta la nostra gioia.