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sabato 17 dicembre 2016

Vero coraggio - Riflessione sul Vangelo di domenica 18 dicembre 2016

Nell'antichità c'erano gli eroi dell'epica classica, nel Medioevo i cavalieri, oggi abbiamo i supereroi (è vero, ci abbiamo perso parecchio ma rimandiamo ad altra sede una discussione circa il declino della nostra letteratura): tutti costoro non sono altro che personaggi coraggiosi, che hanno affrontato senza paura imprese leggendarie. Perché tanto interesse intorno a figure di questo tipo? Penso perché abbiamo bisogno di modelli di coraggio, abbiamo bisogno di poter avere davanti agli occhi esempi di persone che hanno compiuto grandi imprese così, forse, suscitano in noi un po' più di coraggio per affrontare le difficoltà quotidiane.
Sapete chi è stato un uomo veramente coraggioso, uno che vale davvero la pena di imitare? San Giuseppe! Sì, proprio il mite e taciturno san Giuseppe.
La pagina di Vangelo di questa domenica è l'unica di cui è protagonista, di lui non ci rimane neppure una parola ma ci ha lasciato un enorme esempio di coraggio.
Coraggio non è latro che una versione provenzale della parola latina cor cuore. Dunque avere coraggio non è sapersi buttare a un ponte con un elastico alle caviglie o correre a trecento chilometri all'ora su una pista; avere coraggio non è altro che avere cuore e saperlo usare bene. Non nel senso smielato e un po' infantile come lo intendiamo oggi, non significa essere romanticoni e teneroni ma essere persone che in quello che fanno ci mettono il cuore e cioè tutto se stessi. Nella Scrittura il cuore è la sede sia dei pensieri che dei sentimenti perché non possono essere separati in quanto gli uni influenzano gli altri e viceversa. Quando amiamo una persona ne pensiamo anche bene, vogliamo il suo bene, la conosciamo sempre meglio e ne comprendiamo i pensieri. Così pure quando iniziamo a conoscere una persona, la stimiamo, ne apprezziamo le idee e i comportamenti iniziamo anche a volerle bene. Per tutto questo, però, serve un cuore puro, limpido, giusto, capace di compassione e misericordia.
Giuseppe aveva un cuore così: giusto nel senso biblico del termine e cioè appunto limpido e puro, misericordioso e compassionevole, un cuore come il cuore di Dio. Avrebbe avuto ogni diritto, anzi, sarebbe stato suo dovere denunciare pubblicamente e lapidare Maria, trovata incinta prima che andassero a vivere insieme. Ma il suo cuore puro non glielo voleva permettere, così mentre cercava una via d'uscita ecco in sogno l'angelo spiegargli come stavano veramente le cose. Quell'invito "non temere" deve aver risuonato nel cuore di Giuseppe molte volte, deve averlo richiamato alla memoria molto spesso mentre faceva da padre al Figlio di Dio. Il segreto di Giuseppe, il suo coraggio è tutto lì è nel suo cuore che ha accolto quell'invito, che ha scelto di non aver paura di una chiamata di Dio che veniva a sconvolgere tutti i suoi piani, i suoi progetti buoni e belli ma terreni. Giuseppe ha avuto coraggio perché ha scelto di fidarsi di Dio, di mettere da parte i suoi disegni per scegliere l'unico disegno che meriti di essere seguito: il disegno d'Amore di Dio.
In questa quarta domenica di Avvento impariamo lo stile di Giuseppe, impariamo ad avere anche noi coraggio, a mettere il cuore in quello che facciamo, a non avere paura della chiamata di Dio, ad alzarci e a compiere quello che Dio ha pensato per noi. Ci cambierà molti dei nostri progetti ma sarà l'occasione per ognuno di noi di fare della nostra vita una occasione di salvezza per tanti fratelli. Qualcuno potrebbe obiettare: ma come si fa a capire la volontà di Dio? Il problema vero non è come capire ma se davvero vogliamo capirla! Spesso non capiamo cosa il Signore vuole da noi semplicemente perché preferiamo non capire, perché abbiamo paura che ci chieda più di quanto siamo disposti a dargli, che ci porti a fare scelte che ci sembrano scomode e impegnative. Impariamo da Giuseppe, purifichiamo il nostro cuore da ogni paura, da ogni egoismo, da ogni superbia, iniziamo a vivere ogni cosa che facciamo mettendoci il cuore, amando le persone che incontriamo, anche chi magari vediamo per pochi minuti e non vedremo mai più nella nostra vita. Mettiamo cuore in ogni nostra azione e il Signore ci manifesterà la sua volontà, il suo disegno d'amore e di salvezza per la nostra vita.

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