Ci stiamo avvicinando alla primavera, le giornate si allungano, il sole comincia ad essere più caldo, diventa piacevole fare passeggiate all'aria aperta. Ma provate a pensare come sarebbe se fossimo sempre stati chiusi in una camera buia, se non conoscessimo che la luce di una lampadina debole e fioca. Uscire alla luce del sole, sentirne il calore, vedere la bellezza delle piante, ascoltare il canto degli uccellini, ammirare i colori dei fiori... quale meraviglia ci assalirebbe, da rimanere senza parole, quasi da sentircene sopraffatti.
Deve essere stata più o meno questa la meraviglia provata da Pietro, Giacomo e Giovanni quando hanno potuto contemplare il Signore Gesù, trasfigurato nella sua gloria, che conversava con Mosè ed Elia. L'evangelista ci dice che nei giorni successivi tacquero, probabilmente non avevano compreso quanto avevano contemplato, forse cercavano di capire il senso di quell'esperienza.
Gesù aveva voluto mostrare loro la meta verso cui stavano camminando, ha voluto anticipare loro come sarebbe stato il compimento della promessa, quella stessa promessa fatta ad Abramo di cui tutta l'umanità è destinataria: la vita eterna!
Che bello sarebbe poter fare la stessa esperienza! Che bello sarebbe poter vedere il Signore Gesù nella sua gloria, poterne ascoltare la voce, poterne contemplare il volto luminoso!
Smettiamola di usare il condizionale e iniziamo a usare l'indicativo! Iniziamo a dire "che bello è contemplare il volto del Signore Gesù, che gioia è poter ascoltare la sua parola!" Possiamo usare l'indicativo perché anche noi abbiamo la possibilità di contemplare il Signore Risorto, ogni domenica, ogni giorno, nella celebrazione dell'Eucaristia.
Quello che è avvenuto sul Tabor davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni, avviene davanti ai nostri occhi ogni volta che partecipiamo alla Messa: ascoltiamo la Parola di Dio che ci ricorda la promessa che il Padre ha fatto a ciascun uomo, la promessa della vita eterna; contempliamo l'amore del Signore Gesù, morto e risorto per la nostra salvezza, realmente presente nell'Eucarestia.
Quasi sempre, però, partecipiamo in modo distratto, i nostri pensieri restano sulle cose di questo mondo, forse abbiamo addirittura perso la speranza di poter fare un'esperienza profonda di Dio. Forse pensiamo che la Messa sia un rito da compiere, un obbligo da espletare, ascoltiamo la Parola di Dio in cerca di qualche suggerimento per la nostra vita, facciamo tutto questo con grande rispetto di Dio ma continuiamo a pensarlo lontano, continuiamo a pensarci lontani da Lui.
Ogni volta che celebriamo l'Eucarestia il tempo per noi si ferma, lo Spirito Santo ci porta nell'eternità, ci porta nella Gerusalemme nuova, ci porta al banchetto di nozze dell'Agnello, che il Padre ha preparato per noi perché tutta l'umanità è la Sposa amata!
Non c'è una ricetta, un trucco, un accorgimento per vivere tutto questo, dobbiamo solo e semplicemente scegliere di fidarci di Dio, di lasciarci condurre da Lui a scoprirlo, a contemplarlo. Dobbiamo permettere allo Spirito Santo di aprirci gli occhi del cuore, permettergli di pregare nelle profondità del nostro essere, di farci percepire l'amore, la luce, la gioia del Padre, il dono d'amore del Signore Gesù che per ciascuno di noi ha dato la sua vita.
Anche noi possiamo fare l'esperienza del Tabor, anche noi possiamo vedere il compimento della promessa di Dio per noi, basta solo fidarci veramente di Lui. Provateci, non stancatevi, non demoralizzatevi, non cercate fenomeni strani ed esperienze miracolose, lasciatevi condurre da Gesù e permettetegli di stupirvi, sicuramente lo farà perché non desidera altro che mostrarci la grandezza del suo amore per noi.
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