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sabato 11 aprile 2015

L'amore gratuito del Risorto - Riflessione sul Vangelo di domenica 12 aprile 2015

Papa Francesco, e i suoi predecessori prima di lui, ha più volte lamentato il fatto che nella nostra società le notizie circa l'andamento dell'economia abbiano una importanza maggiore rispetto alle notizie sulle effettive condizioni di vita della gente. Basta guardare un telegiornale o sfogliare un quotidiano per riconoscere che ha proprio ragione. La cosa più importante della nostra società sembra proprio essere l'economia, il guadagno, il profitto. La pubblicità ci martella continuamente invitandoci a comprare questo o quel prodotto, illudendoci che è migliore degli altri e costa meno e non di rado all'acquisto di un oggetto è associato il regalo di un altro. 
Siamo così immersi in questa logica del guadagno che nessuno di noi riesce ad esserne completamente immune, in tutte le nostre relazioni, c'è sempre, anche se spesso molto ben nascosto, un desiderio di guadagnarci qualcosa, un bisogno di possesso.
Il Signore Risorto ci insegna una logica completamente diversa, la logica della gratuità, la logica del dono. Si manifesta ai suoi discepoli e annuncia loro il dono della pace poi dona lo Spirito affinché diventino portatori di un altro grande dono: il perdono dei peccati. 
"I discepoli gioirono al vedere il Signore" ci dice l'Evangelista, non solo perché possono rivedere Gesù vivo ma anche perché comprendono questo nuovo ordine di cose, entrano in questa logica della gratuità che sola dona gioia e serenità. 
La logica del mondo che pretende che tutto sia pagato, che preme affinché ci sia sempre un guadagno, ci mette in uno stato d'ansia e inquietudine che, alla lunga, ci intristisce e opprime, senza che nemmeno sappiamo riconoscerne la causa. 
La logica della gratuità, del dono pieno, invece dà gioia perché ci fa sentire amati, ci fa comprendere che per il Signore Gesù noi siamo importanti, che ci ama e ha dato tutto se stesso per noi.
Tommaso, non essendo presente alla prima manifestazione di Gesù, non è entrato in questa logica, pensa ancora secondo il mondo, deve poter toccare con mano, deve, cioè, fare sua la resurrezione del Signore. Gesù con grande tenerezza gli offre quello che Tommaso desidera, gli dona di poter toccare le piaghe perché anche lui possa cambiare modo di pensare, possa entrare nella dimensione della gratuità e così Tommaso fa la sua professione di fede.
La fede è questo, è entrare nell'amore gratuito di Dio, è lasciarsi amare da lui.
Sembra una cosa semplice, forse anche troppo semplice. Le difficoltà di fede che tutti noi ci troviamo ad affrontare sono proprio su questo, ci resta difficile, se non quasi impossibile, pensare che Dio possa amarci in modo del tutto gratuito, che non ci chieda nulla se non di lasciarci amare da lui. 
Sarà poi il suo amore infinito e gratuito a trasformare il nostro cuore, a depurarlo da ogni utilitarismo, da ogni gelosia e avarizia che ci appesantiscono e ci rendono faticosa la relazione con i nostri fratelli. 
Spesso pensiamo che per riuscire graditi a Dio, per ottenerne i favori, dobbiamo comportarci bene, dobbiamo fare gesti di carità ma questa è ancora la logica del mondo! 
Quando, invece, ci lasciamo colmare dall'amore gratuito di Dio diventiamo capaci anche noi di gratuità, per cui prenderci cura del fratello in difficoltà, mettere a disposizione i nostri beni e le nostre capacità non saranno più azioni che ci dobbiamo forzare a compiere ma naturali conseguenze dell'amore ricevuto.
Per la logica a cui siamo abituati sembra fin troppo semplice il lasciarsi amare da Dio, ma chi ha detto che deve per forza essere complicato?
Lasciamoci dunque raggiungere dall'amore gratuito del Signore Risorto e anche noi inizieremo a pregustare la beatitudine del Cielo.

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