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sabato 18 aprile 2015

Guarda quanto ti ho amato - Riflessione sul Vangelo di domenica 19 aprile 2015

Nel 1900 Pierre de Coubertin diede l'avvio alle Olimpiadi moderne al motto "l'importante non è vincere ma partecipare" (frase, per altro, non sua ma di un Vescovo statunitense) per sottolineare l'importanza dell'impegno personale non della competizione.
Penso che mai motto fu più disatteso! Tutti, chi più chi meno, siamo interessati dal risultato delle nostre imprese, tutti vogliamo vincere, tutti desideriamo essere riconosciuti come i più bravi! Si tratti della scuola, del lavoro, di una partitella con gli amici o dei fiori sul balcone di casa, tutti vogliamo avere uno spazio in cui siamo i più bravi.
La competizione, in se stessa, non è una cosa sbagliata, anzi, è ciò che ha prodotto il progresso in ogni campo del sapere umano, quando però sfugge al controllo ci crea non pochi problemi.
La sana competizione, diventa facilmente, senza che quasi ce ne accorgiamo, una ricerca di perfezione e ci radica nel cuore un bisogno di essere sempre i migliori. Tutti, infatti, abbiamo una seria difficoltà ad ammettere i nostri errori perché, in fondo, pensiamo che sbagliando diventiamo meno amabili, che ammettendo e mostrando i nostri sbagli le persone che ci vogliono bene potrebbero esserne deluse o iniziare a disprezzarci.
Questa difficoltà di ammissione dei nostri errori la viviamo anche con Dio, infatti il sacramento più difficile è la Riconciliazione. Ci fa fatica ammettere i nostri peccati perché pensiamo che, essendo peccatori, Dio ci ami di meno. In realtà è esattamente il contrario!
Proprio perché siamo peccatori Dio ci ama di più, perché abbiamo ancora più bisogno del suo amore!
Non sappiamo quali sentimenti ed emozioni agitassero il cuore dei discepoli di Gesù il giorno di Pasqua, forse si sentivano in colpa per aver abbandonato il Signore, per non essergli stati accanto fino alla fine. Forse, è stato proprio questo senso di colpa che li ha fatti tremare di paura alla vista del Signore Risorto, hanno pensato che fosse tornato per rimproverarli, per fargli la ramanzina e sgridarli per il loro comportamento. Gesù, invece, mostra loro le mani e il fianco, mostra loro i segni della sua Passione, i segni del suo amore per ogni uomo è come se avesse detto loro "guardate quanto vi ho amato!"
Ecco che la paura si trasforma in gioia, una gioia incontenibile, una gioia da non crederci! E, ancora, Gesù dimostra loro che non stanno sognando, che è veramente vivo!
Anche noi spesso ci troviamo impauriti davanti al Signore Risorto, anche noi pensiamo che i nostri errori, i nostri peccati ci possano rendere non amabili ai suoi occhi, anche noi pensiamo che possa esigere da noi delle scuse, che possa punirci.
Anche a noi, oggi, il Signore Gesù mostra le sue piaghe, mostra i segni del suo amore, ce li mostra attraverso la Scrittura. Anche a noi, come ai discepoli, apre la mente e ci fa comprendere il grande disegno di salvezza del Padre, un disegno sapiente e paziente, attento a ogni particolare perché possa raggiungere ogni uomo che è su questa terra.
Ognuno di noi, infatti, ha bisogno di sentirsi dire dal Signore: "Guarda quanto ti ho amato! Non avere più paura, vieni a me, lasciati illuminare dal mio amore, lasciati trasformare dalla mia grazia! Hai commesso dei peccati, hai fatto errori nella tua vita di cui ti vergogni e che ti fanno soffrire? Non importa! Io sono morto e sono risorto per offrirti il perdono di tutte queste cose, per togliere dalla tua vita il peso di queste colpe, non hai più bisogno di nasconderti, smettila di pensare di non essere perfetto e quindi non amabile, io ti amo così come sei!"
Fratelli miei, non c'è nulla che il Signore Gesù voglia più che poterci amare e perdonare, lo desidera così tanto da essersi fatto mettere in croce! Convertiamoci a Lui, lasciamoci, cioè, abbracciare dalla sua misericordia, così come siamo, senza disprezzarci.
La tristezza, la noia, l'ansia e la paura che spesso opprimono la nostra vita sono le conseguenze dei nostri peccati e dei nostri errori, il nemico di Dio vuole farci credere che non ce ne libereremo mai, vuole tenerci immersi nella palude delle nostre sofferenze facendoci credere che per noi non c'è salvezza che la nostra vita è ormai segnata dal male e dal dolore. Cristo Risorto oggi viene a tenderci la mano, vuole farci risorgere con Sé, vuole farci uscire dalle tenebre del male e portarci nella sua luce beata! Afferriamo la sua mano tesa verso di noi e lasciamoci amare dal suo amore che ci trasforma e ci illumina.

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