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sabato 13 dicembre 2014

Testimoni della delicatezza di Dio - Riflessione sul Vangelo di domenica 14 dicembre 2014

Alcuni anni fa, nel comporre una breve descrizione di me per un sito internet, scrissi che ero convinto che la maggior parte dei nostri problemi di fede nascono da una idea errata che abbiamo di Dio. Ora dopo quasi otto anni di ministero ne sono ancora più convinto.
Penso sia capitato a tutti di affrontare un periodo nella vita in cui di Dio avevamo l'idea di un giudice severo e inflessibile, pronto solo a punire quello che di male facciamo, che parla con la voce grossa e minacciosa, insomma qualcuno di cui aver paura. Forse quel momento lo abbiamo superato, forse abbiamo cambiato idea o forse la pensiamo ancora così. Non so voi, ma a me non piace molto quando qualcuno si fa di me un'idea sbagliata, magari distorta dall'opinione di chi mi disprezza. 
Con Dio, spesso, noi facciamo proprio così, ci facciamo un'idea di Lui deformata da chi lo disprezza, manipolata dalle menzogne del maligno.
Vogliamo, allora, dargli un'altra possibilità? 
Il Vangelo di questa domenica ci offre una buona occasione per comprendere bene come Dio voglia agire nella nostra vita. 
Se davvero Dio fosse un prepotente che vuole imporci la sua volontà con la forza, quasi sicuramente lo farebbe con "effetti speciali" degni dei più roccamboleschi film di Hollywood, farebbe sentire la sua imponente voce e poi farebbe di noi quello che vuole. 
Non so a voi, ma a me non è mai capitato di sentire il vocione di Dio, né mi ha mai costretto a fare quello che voleva Lui.
Lo stile di Dio è ben diverso. Vuole essere così delicato e rispettoso della nostra libertà che non inizia mai parlandoci direttamente ma mandandoci qualcuno che ci parli di Lui. In alcuni momenti sembra quasi timido ma non è timidezza ma delicatezza e tenerezza per ciascuno di noi.
Dio manda Giovanni il Battista perché sia testimone della Sua luce che è il Signore Gesù. Il testimone è colui che ha vissuto un evento, che conosce una persona, e ne parla, lo racconta e così fa sorgere la curiosità e il desiderio dell'incontro. Incontro che però rimane totalmente una scelta nostra.
Nella vita di ciascuno di noi Dio ha mandato tanti Giovanni Battista, tanti fratelli che, prima di noi, hanno scelto di lasciarsi amare da Dio, che si sono lasciati illuminare dalla Sua Luce e sono poi venuti a raccontarcelo, a testimoniarci l'immensità del Suo amore per ciascuno di noi.
Dio non è un invadente che si presenta alla porta di casa e la sfonda perché vuole entrare.
Dio è un amante delicato che vuole disturbarci il meno possibile, che vuole lasciarci liberi anche di dirgli di no perché sa bene che l'amore è possibile solo nella libertà. 
Se, per una volta, usiamo bene la nostra libertà, non per soddisfare i nostri capricci, ma per dire di sì al Signore che viene nella nostra vita a liberarci dalle nostre schiavitù, viene a fasciare le nostre ferite, viene ad amarci con tutto se stesso, troveremo in lui la nostra salvezza. 
I nostri Giovanni Battista ci portano, però, solo fino alla soglia dell'incontro con il Signore Gesù, ci conducono fino al desiderio di dirgli "eccomi, Signore, voglio conoscerti". Da lì in poi sarà il Signore a parlare con noi, a farci sentire il suo amore, a renderci capaci di vedere i tanti doni del suo amore che quotidianamente pone nella nostra vita, a farci scoprire di non essere soli ma che tutti quelli che ho accanto a me sono miei fratelli, che siamo tutti parte della grande famiglia di Dio che è la Chiesa universale.
Questa esperienza del suo amore, vero, concreto, reale, trasforma poi anche ciascuno di noi in un Giovanni Battista, in un testimone di luce per i fratelli che sono nel buio del dolore, della sofferenza, del male e del peccato. Potrebbero sorgere in noi timori di non essere capaci di un compito tanto grande. È vero, non ne siamo all'altezza! Ecco perché non dobbiamo portare il nostro pensiero ma la nostra testimonianza, perché dobbiamo annunciare quello che il Signore ha fatto nella nostra vita, senza paure ma anche senza la ricerca di una gloria personale.
Potremmo anche pensare di non essere capaci di parlare, di esprimere quella che è la nostra esperienza dell'amore del Padre. Il più delle volte non ce n'è bisogno! Se abbiamo accolto in noi il Signore che è Luce diventeremo noi stessi luminosi, ce lo leggeranno negli occhi e ci chiederanno di portarli dal Signore perché chi ha incontrato noi vorrà incontrare colui che ci ha così trasformato.
Sono ben cosciente che a molti questo discorso possa sembrare un po' troppo idealistico, forse anche una bella favola da raccontarsi sperando di alleviare un po' le noie e le sofferenze della vita.
Io, però, so che è la verità, è quello che ho vissuto e vivo ogni giorno nella mia vita e che vedo nella vita di tante persone accanto a me le cui vite sono state trasformate per sempre dall'incontro con il Signore.
Non ci resta, allora, che lasciarci accompagnare dai nostri Giovanni Battista all'incontro con Lui, a dirgli il nostro sì, il nostro eccomi.

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