I grandi teologi ci insegnano che di Dio e di ciò che lo riguarda si parla sempre per analogia, utilizziamo, cioè, termini, concetti, immagini a noi familiari per descrivere qualcosa che non possiamo conoscere fino in fondo perché ben al di là delle nostre possibilità di comprensione. Dobbiamo, quindi, ricordare sempre che Dio è ben più grande di quello che noi possiamo descrivere, comprendere, immaginare, spesso invece ci dimentichiamo che si tratta di analogie e tendiamo a ridurre Dio e ciò che lo riguarda ad una nostra idea, un nostro teorema e senza fermarci a contemplare la sua immensità che sola può colmare la nostra vita.
Nel Vangelo di questa domenica Gesù ci fa fermare a meditare sul nostro rapporto con la sua Parola.
Ma cos'è per noi una parola? È un suono o un segno su un foglio a cui abbiamo attribuito un determinato significato, a cui abbiamo legato un oggetto o un concetto, è un mezzo per comunicare, con cui esprimiamo il nostro pensiero, i nostri desideri, le nostre idee, in fondo è un po' come una vetrina con cui ci facciamo conoscere dagli altri. Quando invece ascoltiamo o leggiamo parole altrui impariamo a conoscere l'altro e magari colpiti dalle sue parole ci riflettiamo e le facciamo nostre, molto più spesso non ci riteniamo interessati e le dimentichiamo velocemente. La nostra idea di parola, però, rimane un po' eterea, sfuggente, qualcosa di astratto a cui diamo un peso relativo.
Anche Dio ci rivolge la sua Parola, la quale però non come la nostra. La Parola di Dio porta in sé una potenza che quasi sempre noi sottovalutiamo.
Gesù paragona la Parola ad un seme. Avete mai considerato quanto è prodigioso un seme? Così piccolo e insignificante è capace di produrre una pianta, una spiga carica di molti altri semi o un albero carico di frutti, è in grado di trasformare un campo brullo e improduttivo in un campo fecondo, capace di fornire cibo a molte persone.
Questo è quello che fa la Parola di Dio in noi, trasforma la nostra vita, ci rende fecondi, ci fa portare frutto per tanti fratelli, a condizione, però, che sia accolta in un cuore ben disposto, come il seme, infatti, non può portare frutto se non cade nel terreno buono, così la Parola di Dio non può sprigionare la sua forza se non è accolta in un cuore pronto a lasciarsi trasformare.
Gesù descrive le diverse condizioni con cui possiamo ricevere la Parola di Dio.
C'è chi non ascolta per niente e il seme rimbalza sulla strada ed è subito portato via dal demonio che non ha certo interesse a permetterci di essere raggiunti dalla Parola. C'è chi ascolta ma vive tutto con superficialità, non lascia che la Parola scenda nelle profondità del cuore e possa così radicarsi e anche in questo caso la potenza di Dio non ha spazi per manifestarsi. C'è chi accoglie la Parola ma poi si lascia soffocare dalle preoccupazioni quotidiane e dalla ricerca di felicità nei beni terreni e anche in questo caso la potenza di Dio non riesce a esprimersi pienamente. Infine c'è chi accoglie la Parola di Dio nel profondo del cuore, si lascia trasformare e inizia a portare frutti duraturi, frutti di amore e di vita eterna.
Non iniziamo a chiederci quale dei quattro tipi di terreni siamo noi, quasi fosse un test da fare sotto l'ombrellone, non serve chiedercelo perché siamo tutti e quattro i terreni!
In alcuni momenti della nostra vita siamo come la strada, impermeabili, in altri siamo come i sassi, ci facciamo prendere dall'entusiasmo per quello che Dio ci dice ma non gli permettiamo di trasformarci, di cambiarci la vita e la Parola non porta frutto, in altri momenti ci lasciamo soffocare dalle ansie e dalle preoccupazioni, in altri momenti, invece, siamo ben disposti ad accogliere la Parola che Dio ci rivolge e ne sperimentiamo la potenza creatrice.
Invece, però, di ragionare su noi stessi, di tentare di auto-analizzarci, fissiamo lo sguardo sulla Parola di Dio, contempliamone la forza, la potenza creatrice, impariamo a vederla come l'intervento di Dio nella nostra vita, Dio che viene a crearmi nuovo ogni giorno, che viene a trasformarmi dal più profondo del mio cuore, a rendere la mia vita feconda, capace di portare molto frutto. Se abbiamo compreso che la Parola di Dio non è solo un "consiglio per vivere bene", quasi una sorta di oroscopo cristiano, che non è nemmeno un manuale di galateo o l'opinione di uno tra tanti ma è ciò che cambia la mia esistenza, impareremo a non lasciarci sfuggire nessuna Parola che Dio metterà nella nostra vita, diventeremo tutto terreno buono, sempre pronti a lasciarci trasformare interiormente.
Iniziamo, allora, in questo tempo di vacanze ad ascoltare e meditare la Parola di Dio, lasciamoci condurre in questa intimità in cui il Signore ci invita per far risplendere la nostra vita della sua gloria.
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