Quando pensiamo e parliamo delle realtà di Dio, dei misteri della nostra fede, utilizziamo sempre immagini della vita comune che ci aiutano a farci meglio un'idea, che ci fanno cogliere qualche riflesso di ciò che nella sua essenza continua ad esserci incomprensibile. Si chiama "analogia" ed è molto utile, ne troviamo molti esempi in tutta la Scrittura e tutti i grandi teologi l'hanno utilizzata per descrivere le realtà divine, tuttavia dobbiamo ricordare che si tratta solo di immagini che lasciano gran parte del mistero inespresso.
Questa domenica celebriamo l'Ascensione del Signore e il titolo stesso di questa festa ci fa pensare ad una sorta di viaggio di Gesù Risorto che parte da questo mondo e torna al Padre e si siede alla sua destra. L'immagine che la Scrittura ci consegna è molto evocativa, ci fa pensare a qualcosa di maestoso, di solenne, ci fa comprendere che si tratta di un momento importante a cui dobbiamo prestare attenzione, ma ricordiamo che sono analogie che illustrano qualcosa di molto più grande.
Gesù lascia i suoi ma nel momento stesso in cui "parte" dice loro «Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo». Se l'Ascensione del Signore fosse un viaggio, uno spostamento tra due luoghi diversi e separati, dovremmo chiederci come Gesù possa essere insieme ai suoi se è assiso alla destra del Padre.
Dobbiamo ripensare la nostra idea di Ascensione: Gesù torna al Padre, il Figlio torna nell'intima comunione d'amore col Padre dopo aver compiuto la salvezza dell'uomo, torna portando in quella comunione la nostra umanità e aprendoci così l'ingresso alla vita divina. Dio ha creato l'uomo come altro da Sé affinché fosse, come Lui, persona libera, capace di una relazione d'amore autentica nella libertà. Noi però abbiamo usato male questa libertà e con il peccato ci siamo allontanati da Dio, ci siamo staccati da Lui. Il Figlio si è fatto uno di noi, ha fatto sua la nostra umanità, ha preso su di Sé la conseguenza del nostro peccato, la morte, l'ha vinta e ha donato alla nostra umanità la sua vita divina. Oggi porta la nostra umanità risorta nell'intima comunione con il Padre per accoglierci, per stringerci a Sé, ci apre l'ingresso nell'amore di comunione di Dio. Così Gesù può davvero essere con noi tutti i giorni perché ha portato noi con Sé, noi continuiamo a camminare su questa terra ma la nostra umanità è già nell'eternità di Dio.
Quest'opera meravigliosa che è la nostra salvezza non ci è imposta ma proposta, il Signore non ci forza ad entrare nell'eternità ma ci invita, ci tende la mano, ci dice: "se lo vuoi puoi stare con me e io con te". Se gli diciamo di sì, se afferriamo la sua mano, ci dona il suo Spirito che ci fa gustare e contemplare quanto sia grande il suo amore per noi e quanto prezioso quello che ha realizzato per noi.
Il Signore ci invita attraverso la testimonianza dei fratelli: gli Apostoli hanno visto Gesù Risorto, ma soprattutto, hanno creduto in Lui entrando, così, in questa comunione d'amore. Avendo sperimentato la realtà di questa comunione Gesù li ha inviati a invitare tutti i popoli ad entrare nell'amore di Dio.
Anche a noi è giunto questo invito tramite la testimonianza di altri fratelli che hanno detto il loro sì al Signore e allo stesso modo siamo inviati a raccontarlo, a dirlo a tanti fratelli che incontreremo sulla nostra strada.
Diciamo oggi il nostro sì al Signore, lasciamoci accogliere nel suo amore infinito e diventiamone anche noi testimoni fino ai confini della terra, senza paura perché Gesù è con noi ogni giorno fino alla fine del mondo.
Nessun commento:
Posta un commento