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venerdì 9 febbraio 2018

Purificati - Riflessione sul Vangelo di domenica 11 febbraio 2018

Ci sono alcune persone che preferiscono non andare dal medico perché hanno paura di scoprire di avere qualche malattia grave. Quasi preferiscono tenersi il male piuttosto che dover affrontare le cure necessarie. Alla maggior parte di noi questo pensiero sembra strano e forse anche assurdo eppure è un atteggiamento che abbiamo tutti quando invece che di malattie fisiche si tratta di malattie dello spirito.
Nel Vangelo di questa domenica un lebbroso si avvicina a Gesù, si butta in ginocchio e gli dice "Se vuoi puoi guarirmi" Gesù ha compassione di lui, lo tocca e lo guarisce. La lebbra era, e ahimè è ancora, una malattia terribile, che mangia letteralmente la carne, la consuma e la imputridisce, è molto contagiosa per cui chi ne era affetto doveva stare lontano da tutti e si ritrovava solo. La lebbra del Vangelo è però solo immagine di una lebbra ben più grave e pericolosa, una lebbra che non si vede ma che produce effetti anche più gravi, una lebbra che non tocca il corpo ma lo spirito: la lebbra del peccato. Come la lebbra corrode la carne, il peccato corrode lo spirito, lo deturpa, lo rende incapace di continuare a compiere il bene, lo acceca, lo rinchiude in se stesso. Di questa lebbra siamo tutti contagiati, tutti ne soffriamo ma vogliamo esserne purificati? Vogliamo essere liberati da questa lebbra e come il lebbroso del Vangelo lo chiediamo al Signore Gesù?
Purtroppo tutti, nessuno escluso, siamo ben poco convinti di aver bisogno di essere purificati da Gesù perché, a conti fatti, il peccato ci fa comodo. Quando ci troviamo in una situazione scomoda, per esempio, la menzogna è sempre una pratica via d'uscita, quando ci troviamo a discutere e ad avere opinioni diverse da chi abbiamo davanti la violenza verbale, e a volte anche fisica, è uno strumento efficace per imporre il nostro pensiero, quando non riusciamo ad ottenere quello che vogliamo l'inganno è utile per volgere le cose a nostro vantaggio... e potremmo andare avanti con migliaia di esempi.
Questo perché non ci rendiamo conto di quanto il peccato ci faccia male. In un mondo di lebbrosi la lebbra ci sembra la condizione normale. Invece Gesù vuole purificarci, vuole liberarci da questa malattia terribile dello spirito che ci fa soffrire molto più di quanto non ci accorgiamo, si è fatto uomo per questo!
C'è però anche un altro motivo di reticenza, il nostro peccato ci fa vergognare, non ci piace l'idea di mostrare al Signore Gesù le nostre debolezze, le nostre miserie, le nostre infedeltà. Non vogliamo lasciar entrare il Signore in tutto ciò che di noi non ci piace, vorremmo tenerlo lontano, non farlo avvicinare.
Gesù però non si fa problemi a toccare le nostre piaghe, a toccare le nostre miserie e le nostre brutture, ha compassione di noi, capisce cioè il nostro dolore, la nostra sofferenza, anzi, la conosce anche meglio di noi. Vuole guarirci e purificarci, vuole donarci una vita libera, libera dalle menzogne e dagli egoismi, dalle invidie e dagli inganni, una vita che non soffra più per la solitudine in cui il peccato ci confina, che non prova più dolore e vergogna.
Impariamo dal lebbroso del Vangelo a dire al Signore "se vuoi puoi purificarmi", lasciamoci purificare dal Signore. Ci ha donato un Sacramento per questo: la Riconciliazione! È lì che il Signore viene a toccare il nostro cuore, a purificarlo, a risanarlo dalla lebbra del peccato. Ricorriamo alla Riconciliazione con frequenza, con fiducia, lasciandoci toccare dalla misericordia di Dio proprio lì dove siamo feriti e malati, permettiamo a Dio di compiere anche in noi questo miracolo e anche la nostra vita potrà cambiare, potrà diventare piena e autentica, libera e gioiosa.

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