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sabato 11 novembre 2017

Missione possibile - Riflessione sul Vangelo di domenica 12 novembre 2017

Rispetto anche solo a qualche decina di anni fa, i nostri giovani hanno molte più possibilità di scegliere cosa fare nella vita, l'accesso agli studi universitari è alla portata se non proprio di tutti sicuramente di molti più che nel passato, hanno possibilità di viaggiare, di comunicare a lunghe di stanze, di informarsi e conoscere. Anche noi adulti beneficiamo dei trasporti più veloci, dei mezzi di comunicazione più sviluppati ed efficacie di tate opportunità che ci permettono di fare cose che per i nostri genitori erano molto più difficili e per i nostri nonni praticamente impossibili.
Tutto questo è sicuramente un progresso ma comporta anche dei rischi: una maggiore facilità a fare ciò che desideriamo può permetterci di realizzare il compito fondamentale della nostra vita ma anche farci perdere tempo ed energie dietro nostri capricci.
In molti oggi affermano che sia un diritto di ciascuno poter fare ed essere quello che si vuole, come se ciascuno di noi fosse un panetto di creta da modellarsi a proprio piacimento. Ma siamo davvero elementi neutri in grado di assumere tutte le forme che vogliano? Se così fosse saremmo tutti uguali, anonimi individui in grado di differenziarsi solo realizzando qualcosa di diverso dagli altri oppure condannati all'anonimato e all'oblio.
Noi però non siamo un informe panetto di creta anonimo, ciascuno di noi è un'opera d'arte, unica e irripetibile, con una missione precisa e specifica. Siamo opera di Dio, chiamati a collaborare con lui alla salvezza dell'umanità intera, ciascuno con il proprio contributo specifico.
Nella parabola che ascoltiamo in questa domenica le dieci vergini hanno un compito specifico: accompagnare lo sposo che entra alle nozze portando ciascuna una lampada accesa. Come ben sappiamo, cinque prendono solo le lampade vuote e cinque prendono anche l'olio per riempire le lampade con il risultato che le prime restano fuori mentre le altre, più sagge, entrano alla festa di nozze.
Ciascuna di loro aveva un compito, chiaro e specifico, per cui doveva prepararsi, essere pronta ad accogliere lo sposo, metà di loro, però, hanno preso alla leggera l'incarico, non ci hanno messo la giusta attenzione, non si sono preparate a dovere e, al momento di compiere quel che dovevano hanno scoperto che mancava loro un elemento fondamentale.
Con questa parabola Gesù ci invita a chiederci quale sia il nostro compito, quale sia la nostra vocazione: perché siamo qui e in questo tempo? Quale incarico devo compiere? Cosa devo preparare?
Non è un caso che ciascuno di noi sia nato in una determinata famiglia, in un luogo e un tempo specifici, che abbia fatto determinati incontri ed esperienze, sono i modi con cui il Signore ci fa comprendere quale sia il compito che ha pensato per noi, quale collaborazione al suo disegno di salvezza ci chieda.
È obbligatorio? No! Dio non ha mai costretto nessuno a fare qualcosa! Scegliere di seguire il Signore e di compiere la sua volontà è, però, l'opportunità che abbiamo per essere pienamente noi stessi, per compiere la missione per cui siamo al mondo, quella che ci fa entrare nella gioia vera.
Ognuno di noi ha una chiamata specifica, unica e irripetibile, per capire cosa il Signore ci chieda basta solo metterci in ascolto, desiderare compiere quello che ha pensato per noi. L'olio che le vergini sagge preparano e che anche noi dobbiamo preparare non è altro che l'amore, quello vero, quello capace di donarsi, di spendersi per il bene dell'altro. Infatti ciascuno di noi ha un compito diverso ma tutti devono essere svolti per amore.
Lasciamo perdere, quindi, i nostri capricci e le nostre velleità, facciamo invece in modo che la nostra vita brilli dell'amore di Dio, possa rischiarare quanti incontriamo nelle tante occupazioni della nostra giornata è così che compiamo la nostra missione: portando a tutti l'amore di Dio.

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