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sabato 15 luglio 2017

Piccolo seme - Riflessione sul Vangelo di domenica 16 luglio 2017

La società in cui viviamo ci assorda ogni giorno con tanti rumori, tanti suoni, musiche, voci. Abbiamo perso l'abitudine al silenzio, ne abbiamo quasi paura. Il silenzio, infatti, è il miglior alleato nel discernimento, nel saper scegliere, cioè, ciò che è buono e valido da ciò che è superfluo, ingannevole, falso.
Quanto è importante saper discernere, saper riconoscere ciò che è importante, buono, vero, ciò che ci fa bene perché ci indica la via giusta, ciò che ci rivela a noi stessi, che dà senso alla nostra vita!
Abbiamo un tesoro davanti a cui passiamo ogni giorno ma che raramente apriamo: la Parola di Dio!
Gesù dice ai suoi discepoli "molti profeti e molti giusti hanno desiderato [...] ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono" e questo vale anche per noi. Quale immensa grazia abbiamo! Ogni giorno Dio vuole parlare con noi, vuole donarci la sua parola di salvezza, quella parola che trasforma la nostra vita da terra arida e sterile a campo rigoglioso, quella parola che ci svela il senso della nostra esistenza. Quanto spesso nemmeno la ascoltiamo! E anche quando la ascoltiamo spesso lo facciamo in maniera distratta, superficiale, ci lasciamo soffocare dalle preoccupazioni e dimentichiamo preso quanto il Signore ci ha detto.
Non c'è bisogno di molto tempo, non dobbiamo faticare gran ché, basta iniziare col dedicare un quarto d'ora alla mattina, appena alzati, all'ascolto del Vangelo del giorno. Cos'è un quarto d'ora nell'arco della nostra giornata, considerando che spesso sprechiamo un sacco di tempo in occupazioni inutili. Quel quarto d'ora cambia la nostra giornata e, se gli restiamo fedeli, col tempo cambia tutta la nostra vita. Ci sembra così poco che non riusciamo a credere che cambi davvero la nostra vita... ma avete mai avuto in mano un seme? Potreste credere che da una cosa così piccola possa uscire una pianta grande e carica di frutti? Così è la Parola di Dio, sembra piccola e insignificante, sembra quasi una perdita di tempo ma è ciò che rende la nostra vita fruttuosa, che le dà senso e ci dona pienezza.
Non ci credete? Provate, perseverate e vedrete che, dopo le difficoltà iniziali, non potrete più farne a meno perché il Signore avrà cambiato la vostra vita in un modo che nemmeno potete immaginare.

venerdì 7 luglio 2017

Riposo vero - Riflessione sul Vangelo di domenica 9 luglio 2017

Estate: tempo di vacanze, di relax, di riposo. Le abbiamo attese un anno intero e finalmente le tanto agognate vacanze sono arrivate. Viviamo spesso una vita stressante, impegnativa, frenetica, arriviamo a sera sfiniti, ci sentiamo schiacciati dai tanti problemi e difficoltà che ci troviamo ad affrontare ogni giorno.
A ben guardare, però, dobbiamo ammettere che la maggior parte dello stress che ci attanaglia è dovuto alla nostra pretesa di controllare tutto, di voler prevedere gli sviluppi di ciò che stiamo facendo, di voler determinare come debbano andare le cose nel futuro immediato e in quello remoto. Le vacanze, infatti, le concepiamo sempre come un tempo in cui staccare da tutto, in cui fingere che la nostra vita ordinaria non esista, ci illudiamo di poter chiudere i nostri problemi in un cassetto affinché, almeno per qualche giorno, non ci diano disturbo. Poi però torniamo ai nostri impegni e tutto riprende come sempre.
E se trovassimo un modo per risolvere veramente i nostri problemi? E se ci fosse un modo per vivere davvero più sereni senza dover necessariamente vendere tutto per andare a fare il contadino nelle risaie dell'Indonesia?
Gesù ci propone di lasciarci ristorare da lui, vuole farsi lui carico dei nostri problemi. Sembra strano che qualcuno voglia sobbarcarsi le nostre difficoltà eppure è proprio così, basta solo che scegliamo di lasciare a lui la guida della nostra vita. E qui viene il difficile... perché siamo anche disposti a lasciarci risolvere i problemi da qualcun altro la direzione della nostra vita, però, vogliamo continuare a darla noi. Dobbiamo imparare a fidarci del Signore, ad affidare a lui tutta la nostra vita. Ma come?
Ce lo insegna lui stesso! Gesù in tutta la sua vita terrena ha scelto di fidarsi del Padre sempre e comunque, è rimasto umile e semplice. Non ha voluto prevedere, programmare, stabilire tutto in anticipo, si è lasciato condurre docilmente a compiere il disegno di salvezza del Padre.
Se impariamo a mettere da parte le nostre convinzioni, la nostra pretesa di sapere tutto, di voler pianificare ogni cosa, se ci facciamo piccoli, lo Spirito rivelerà ai nostri cuori che non c'è nulla da temere nell'affidarsi a Dio, nel decidere di compiere la sua volontà perché ci farà scoprire l'infinito amore del Padre per ciascuno di noi. Delle persone che ci amano siamo sempre disposti a fidarci, se impariamo a capire che Dio veramente ci ama e ha a cuore la nostra felicità saremo anche disposti a lasciarci guidare da lui.
Sembra una banalità, in realtà cambierà tutta la nostra vita, non avremo più stress e preoccupazioni perché sapremo che in ogni difficoltà non siamo mai soli, che il Signore non permette che nulla possa schiacciarci e anche ciò che sembra andar male egli saprà volgerlo a nostra salvezza.
Impariamo da Gesù, scegliamo l'umiltà e la mitezza, lasciamoci istruire dallo Spirito e fidiamoci del Padre e tutta la nostra vita sarà nel riposo vero.

sabato 1 luglio 2017

Gradualità - Riflessione sul vangelo di domenica 2 luglio 2017

Nella vita, per ogni nostra attività, abbiamo bisogno di gradualità. Quando nasciamo le uniche cose che sappiamo fare sono piangere e succhiare, tutto il resto lo impariamo un po' alla volta. Crescendo diventiamo però anche piuttosto impazienti e vorremmo poter fare ogni cosa bene dalla prima volta, ci piacerebbe non dover faticare, che tutto fosse semplice e indolore. Impariamo però ben presto che le cose importanti costano impegno e fatica, capita così che a volte davanti a situazioni esigenti ci tiriamo indietro e rinunciamo.  
Anche la vita cristiana a volte ci sembra impegnativa e faticosa, alcune pagine del Vangelo ci sembrano troppo impegnative ed esigenti per cui quasi non le prendiamo in considerazione o pensiamo siano rivolte solo a preti e suore.
La pagina di questa domenica è sicuramente molto esigente: Gesù ci chiede di perdere la nostra vita per lui, di non amare nessuno più di lui, di prendere la nostra croce e seguirlo... e non appena sentiamo parlare di croce smettiamo subito di ascoltare. 
Anche nella vita cristiana, però, c'è bisogno di gradualità. Gesù non ci impone di mollare tutto, di non frequentare più nessuno dei nostri cari, di partire per terre lontane dove vivere in totale povertà... 
Gesù ci indica la via per la nostra gioia e la pienezza della nostra vita che non è un traguardo da raggiungere ma un percorso da compiere. 
Proviamo a leggere la pagina di Vangelo di questa domenica dal fondo: il Signore ci invita ad accogliere i suoi discepoli, i suoi profeti, coloro che ci testimoniano con la loro vita la bellezza dell'amore di Dio. Iniziamo ad accogliere loro!
Non nascondiamoci dietro false scuse, i testimoni del Signore Gesù sono attorno a noi: sono nostri colleghi di lavoro, sono nostri vicini di casa, sono gli amici di una vita, sono magari anche nostri parenti. Accogliamoli, facciamoci raccontare come il Signore ha cambiato la loro vita, di come la fede in lui abbia dato nuova luce al loro cammino, pace e serenità anche davanti alle avversità. Accogliamoli non solo mostrando gentilezza e buone maniere, accogliamo nel nostro cuore le loro testimonianze, lasciamoci interrogare dalle loro parole, dai loro gesti, dalle loro esperienze. Impariamo attraverso il loro esempio a fidarci di Dio, del suo amore che non è solo per pochi ma è per ogni uomo. 
Gradualmente, man mano che apriremo il nostro cuore al Signore, inizieremo a capire non solo che possiamo fidarci di lui ma che solo mettendo lui sopra ogni altra cosa, la relazione con lui prima di ogni altra relazione, anche le più importanti e fondamentali, la nostra vita acquisterà senso. 
Accogliendo i suoi testimoni accogliamo il Signore stesso nella nostra vita, ascoltando il Vangelo ascoltiamo lui stesso che parla con noi, con ciascuno di noi. Gradualmente crescendo nella relazione con lui comprendiamo che inseguire progetti, ideali e sogni non ci porta a nulla di soddisfacente, che la sola nostra gioia è compiere il suo disegno d'amore con noi. La tanto temuta croce non è una sofferenza necessaria ma la possibilità di amare i fratelli fino alla fine, donando tutto e rinunciando completamente a noi stessi. Solo l'amore donato ci rende veramente gioiosi e ci dà quel senso di pienezza e completezza che null'altro al mondo può darci.
Non spaventiamoci, dunque, se a volte Gesù ci sembra troppo esigente, se ci chiede qualcosa è perché possiamo farlo e facendolo troviamo la nostra salvezza.