Negli anni trascorsi al Pontificio Seminario Romano Maggiore il periodo più intenso e impegnativo era quello della festa della Madonna della Fiducia, nostra patrona. La mattina veniva celebrata la Messa solenne, presieduta dal Cardinal Vicario e concelebrata da tanti Vescovi e sacerdoti ex alunni, seguiva poi un pranzo a cui erano invitate sempre almeno duecentocinquanta persone, nel pomeriggio ricevevamo la visita del Papa che poi si fermava a cena. Già nei giorni precedenti i preparativi fervevano: tutto veniva tirato a lucido, dalla fioreria vaticana arrivavano le piante per abbellire corridoi e scaloni, per le celebrazioni si preparavano i paramenti e i vasi sacri più belli e preziosi, il refettorio veniva apparecchiato con i servizi decorati, le posate preziose, i bicchieri di cristallo. Era un gran lavoro che coinvolgeva tutta la comunità. Ci tenevamo a far tutto bene, non per fare bella figura, ma perché con l'attenzione e la cura nel preparare tutte le cose più belle intendevamo dimostrare sia che quella era per noi una festa importante sia il rispetto e l'affetto per tutti gli ospiti.
Quello che accadeva in Seminario penso accada anche in ogni nostra casa: quando viene a trovarci qualcuno a cui teniamo particolarmente gli dimostriamo il nostro affetto anche attraverso un'apparecchiamento diverso dal solito, con piatti più prelibati, facendo attenzione che tutto sia pulito e in ordine.
Nella pagina di Vangelo di questa domenica Marta e Maria, due sorelle, accolgono in casa Gesù. La prima si dà subito un gran daffare per preparare tutto l'occorrente per il pranzo, per servire il Maestro, la seconda invece si siede e ascolta le parole del Signore. Ben sappiamo che Marta viene poi a lamentarsi con Gesù per il comportamento della sorella ricevendone, però, una risposta spiazzante: lei si è scelta la parte migliore. Maria ha scelto di non affannarsi in tanti servizi, ha capito che in quel momento l'unica cosa importante era ascoltare il Signore Gesù, che tutto il resto poteva attendere. Marta, dal canto suo, non si stava facendo gli affari propri, si stava preoccupando di servire al meglio Gesù.
Quante volte anche noi ci troviamo in questa situazione, quante volte anche noi vogliamo poter fare qualcosa per servire il Signore. Ci inventiamo servizi, volontariati, impegni, facciamo progetti e proposte, tutti con una buona intenzione, sempre con l'idea di fare qualcosa per Gesù. Ma quanto tempo della nostra giornata è dedicato all'ascolto del Signore, della sua Parola? Quando partecipiamo alla Messa, quanto stiamo ad ascoltare o quanto, invece, continuiamo a pensare alle cose da fare?
La parte migliore è quella che viviamo ai piedi di Gesù, è il tempo che dedichiamo alla preghiera e all'ascolto della sua parola. Solo da quella parte migliore sgorgano poi le attività, altrimenti tutto diventa solo attivismo. Questo Vangelo ci viene annunciato nel tempo più propizio, il tempo estivo in cui tutti abbiamo meno impegni. Cogliamo l'occasione, e scegliamo di sederci ai piedi di Gesù per un po' di tempo ogni giorno. Prendiamo il Vangelo e ascoltiamo il Signore che parla alla nostra vita, che ci dà una direzione, che ci ispira servizi e progetti secondo la sua volontà. Ammalati di efficientismo da questa società che considera solo il profitto, inconsciamente pensiamo che il tempo dedicato alla preghiera e alla meditazione della Parola di Dio sia tempo perso, infruttuoso. La preghiera non è l'ultima cosa ma la prima, un discepolo del Signore prima di fare ogni cosa dovrebbe fermarsi a pregare e ad ascoltare il Signore che gli parla e solo dopo agire.
Impariamo anche noi da Maria a scegliere la parte migliore che non ci sarà tolta, scopriremo che quest'intimità col Signore Gesù nell'ascolto della sua Parola è ciò che colma di pace, di serenità, difiducia e gioia tutta la nostra vita.
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