Sta arrivando l'estate e con essa il tempo delle vacanze. Tutti le aspettiamo, le desideriamo come un tempo in cui finalmente staccare un po' dal ritmo frenetico dei mesi invernali. La nostra vita è sempre presa da tanti impegni per inseguire le nostre aspirazioni, cerchiamo sempre modi nuovi per ottimizzare i tempi, per far in modo che non vada sprecato nemmeno un minuto della nostra vita, alla ricerca di ciò che può soddisfare la nostra sete di soddisfazione, la nostra sete di senso.
Ciascuno di noi ha nel cuore un desiderio di pienezza e ciascuno la cerca attorno a sé, spesso guardiamo agli altri, a chi abbiamo accanto e ci troviamo a desiderare ciò che hanno gli altri: un determinato lavoro, una casa fatta in un certo modo, determinate amicizie. Quasi sempre, però, quando otteniamo quello che desideriamo non ci troviamo quella soddisfazione che ci aspettavamo.
Come si fa, allora, ad avere una vita che abbia senso, che dia al nostro cuore quella soddisfazione che cerca? Possiamo seguire i nostri desideri o ci condurranno verso vicoli ciechi?
Sì, possiamo seguire i nostri desideri purché siano quelli più profondi del nostro cuore, non i nostri capricci e le nostre pulsioni che invece si ingannano e ci portano a cercare cose che non ci soddisferanno mai completamente.
Non ci sono persone più felici dei santi e non hanno fatto altro che ascoltare il desiderio più profondo del loro cuore, il desiderio d'amore, un amore grande, pieno, donato. Ognuno a modo suo ha seguito quel richiamo a vivere d'amore, ha seguito la strada che il Signore gli ha tracciato davanti, una strada in cui spendere completamente la loro vita per amore degli altri e in questo hanno trovato la loro gioia.
Nel vangelo di questa domenica Gesù annuncia ai suoi discepoli la sua passione, precisando che dovrà essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi e per questo essere ucciso. Gesù sa che il suo compito di annunciare la salvezza di Dio lo porterà a scontrarsi con i capi del popolo di Israele, ma sa anche che l'umanità intera ha bisogno di questo annuncio di salvezza, ha bisogno di sapere che ha un Padre che ama ogni uomo, ha bisogno di sapere che la vita non è una semplice parentesi ma che tutti siamo fatti per la vita eterna. È per amore di ciascuno di noi che Gesù sceglie di continuare il suo cammino verso Gerusalemme, di annunciare la misericordia del Padre, di far sperimentare, nei suoi gesti e nei miracoli, la tenerezza di Dio. La passione di Gesù non è solo un grande atto di sofferenza ma è innanzi tutto un grande atto d'amore. Gesù ha scelto di amare ciascuno di noi più della sua stessa vita e così ha tracciato davanti a noi una strada, quella della nostra felicità.
Appare più che paradossale che la nostra gioia debba passare attraverso ciò che istintivamente tutti vorremmo fuggire: la sofferenza, il dolore, il rifiuto, la negazione di noi stessi. Ci appare paradossale se concentriamo la nostra attenzione su questi elementi, se, invece, consideriamo il desiderio profondo del nostro cuore, desiderio di condivisione, di amore, di dono di sé. I santi hanno fatto proprio questo, hanno seguito quel desiderio profondo del cuore, non si sono fermati a considerare ciò che avrebbero perso ma ciò che avrebbero guadagnato, non hanno cercato di soddisfare se stessi ma di amare gli altri, non hanno lasciato vincere la paura ma hanno fatto vincere l'amore e hanno trovato la loro gioia. L'obiezione potrebbe essere,ora, "ma loro sono santi, io no!" Eppure nessuno di noi ha ricevuto meno grazia, meno amore di loro. Ogni giorno il Signore ci colma del suo amore, della sua grazia, ci fornisce tutto ciò che ci è necessario per poter anche noi scegliere di vivere la nostra vita spendendola nell'amare i fratelli. Non ci resta che seguire, come la luce di un faro, quel desiderio profondo di amore che c'è nel nostro cuore e vivere come ha vissuto Gesù amando fino alla fine, lì troveremo quella gioia che tanto cerchiamo.
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