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sabato 9 aprile 2016

Balsamo per il cuore ferito - Riflessione sul Vangelo di domenica 10 aprile 2016

La vita è davvero imprevedibile, non sappiamo cosa possa capitarci, in quali situazioni possiamo trovarci. Ognuno di noi ha tante persone a cui vuole bene, che non vorrebbe mai deludere ma, a volte, ci può capitare di sentirci alle strette, di lasciarci prendere dalla paura e, così, ci troviamo a fare cose che mortificano noi e amareggiano chi amiamo. Forse a molti è capitato di deludere profondamente una persona amata, ci sentiamo sconfitti, ce l'abbiamo con noi stessi per non essere stati capaci di una scelta più coraggiosa, temiamo di non essere più degni dell'amicizia e dell'amore di chi abbiamo così tanto deluso.
Si trovava in questa situazione, così brutta eppure così frequente, il buon Simon Pietro, quella mattina sul lago di Tiberiade. Erano passati alcuni giorni da quell'orribile notte in cui erano venuti ad arrestare il Signore Gesù, da quella notte in cui non aveva saputo tener testa a una ragazzetta e aveva rinnegato di essere suo discepolo. Lo sguardo di Gesù, così carico d'amore, lo aveva fatto sentire ancora più male, lo aveva rinnegato eppure continuava ad amarlo. Poi Gesù era risorto e Pietro, insieme agli altri, ne aveva gioito ma nel fondo del cuore restava quella macchia indelebile, quella consapevolezza di aver deluso profondamente Gesù, il suo maestro, il suo Signore. Pietro non si voleva illudere, non sarebbe tornato tutto come prima, aveva avuto un'opportunità e l'aveva sprecata.
Così quella notte aveva pensato di tornare al suo vecchio mestiere ed aveva preso il largo ma la pesca era stata del tutto infruttuosa. Ma ecco ce Gesù ancora una volta torna a manifestarsi a lui e agli altri, gli fa rifare la stessa esperienza dell'inizio: la pesca miracolosa. È giovanni a riconoscere che è Gesù quell'uomo che parla loro dalla riva, perché Giovanni guarda col cuore e non con gli occhi. Pietro è fuori di sé dalla gioia e si butta in acqua per raggiungere il Signore, in fondo lui continua ad amarlo con tutto se stesso. Dopo la colazione che Gesù ha preparato per loro ecco il dialogo, tanto temuto e tanto atteso da Pietro: "Simone, mi ami più di tutto questo?" Questa domanda ripetuta tre volte perché tre erano stati i rinnegamenti diventa un balsamo per il cuore ferito di Pietro. Proprio come quando si disinfetta una ferita all'inizio brucia e le parole di Gesù hanno bruciato nel cuore di Pietro. Gesù non aveva bisogno di accertarsi dell'amore di Pietro, voleva solo offrirgli la possibilità di rimediare, di cancellare quei tre "non lo conosco" che pesavano come macigni sul suo cuore. E poi la parola più dolce di tutte "Seguimi". Il Signore non aveva smesso di amarlo, di fidarsi di lui, anzi, ancora una volta lo invitava a lasciare tutto e a seguirlo, come se nulla fosse stato, come se quel dialogo con la giovane portinaia non ci fosse mai stato. Quale gioia immensa deve aver invaso il cuore di Pietro, una gioia che non l'ha più lasciato, che gli ha fatto affrontare con coraggio il sinedrio, i persecutori, mille difficoltà e lo ha portato fino a versare il suo sangue in nome del Signore Gesù.
Forse anche noi abbiamo qualcosa nella nostra vita che ci fa pensare di non essere degni dell'amore del Signore, forse abbiamo qualche peccato che vediamo come un tradimento, con cui pensiamo di averlo deluso, di aver perso la sua stima e la sua fiducia. Anche a noi, a ciascuno di noi, oggi il Signore chiede "Mi ami tu più di tutto il resto della tua vita?" e ce lo chiede per ogni volta che lo abbiamo rinnegato, non per rimproverarci ma per offrirci una nuova possibilità. Per dirci "io non ho smesso di amarti, vuoi ancora stare con me?" Con fiducia, allora, mettiamogli nelle mani i nostri tradimenti, i nostri rinnegamenti, tutto ciò di cui ci vergogniamo e lasciamoci curare dal balsamo del suo amore misericordioso affinché, anche a noi possa dire "Seguimi" e il nostro cuore sia inondato di gioia come lo fu il cuore di Simon Pietro.

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