Pagine

sabato 14 novembre 2015

Pronti all'incontro più importante - Riflessione sul Vangelo di domenica 15 novembre 2015

Quando ero in Seminario, per la festa della Madonna della Fiducia, il Papa veniva ad incontrare noi seminaristi. Era un momento molto emozionante e i giorni precedenti erano dedicati a tanti preparativi: si tiravano a lucido tutti gli ambienti, arrivavano le piante e i fiori per adornare i corridoi, la sala e il refettorio dove avremmo ricevuto il Santo Padre, si apparecchiavano i tavoli con piatti e bicchieri preziosi... ognuno aveva un compito specifico, tutti ci preparavamo ad un incontro speciale.
Forse non a tutti sarà capitato di dover incontrare il Papa ma penso che tutti abbiamo sperimentato la trepidazione dell'attesa di un incontro speciale, l'attenzione nel preparare tutto, il timore che qualcosa possa andare storto... Gli incontri importanti vanno preparati con cura.
Ognuno di noi, nella vita, si trova a dover fare degli incontri importanti, tutti però ci stiamo preparando ad un incontro speciale, l'incontro più importante di tutta la nostra esistenza: l'incontro con il Signore Gesù.
Il Vangelo di questa domenica ci parla proprio di questo incontro ma lo fa con un linguaggio un po' difficile. In gergo tecnico si chiama linguaggio apocalittico perché diffuso in molti libri di profeti, in alcune pagine del Vangelo e nel libro dell'Apocalisse, nei quali Dio rivela il compimento della salvezza che il Signore Gesù è venuto a portarci. Nulla a che fare, dunque, con l'idea di catastrofi e sconvolgimenti vari. Dobbiamo tenere conto che quanto descritto non va preso alla lettera ma compreso nella prospettiva di tutta la Buona Notizia della salvezza.
Per comprendere, allora, la pagina di Vangelo che la Chiesa ci consegna questa domenica seguiamo l'indicazione di Gesù che ci invita a guardare all'albero del fico. Ora noi non abbiamo più molte competenze botaniche ma all'epoca di Gesù si faceva molta attenzione ai cambiamenti della natura per comprendere il corso dell'anno. Il fico è una delle poche piante della Palestina che perde le foglie durante il breve inverno e, non appena la temperatura inizia a risalire fa rispuntare le sue foglie, si prepara a lasciarsi illuminare e riscaldare dal sole affinché possa poi produrre i suoi frutti maturi e dolci.
Anche noi dobbiamo prepararci all'incontro con il Signore Gesù, anche noi dobbiamo disporci a lasciarci illuminare dalla sua luce, riscaldare dal suo amore affinché la nostra vita possa ancora portare frutto. Attorno a noi vediamo tanti eventi che ci preoccupano, che ci inquietano, che ci spaventano. Gli inumani attentati terroristici di questi giorni sono solo uno dei tanti eventi dolorosi e spaventosi che potrebbero indurci a dubitare che il Signore stia ancora pensando a noi, che potrebbero farci pensare che ci abbia abbandonato la male, alla crudeltà, alla barbarie.
No, il Signore non ci ha dimenticato, viene a radunare i suoi, da tutti i confini della terra, non ci lascia soli, ce lo ha promesso e la sua promessa non viene mai meno. Il Signore Gesù è venuto a donarci la vita eterna, a radunarci nel suo Regno e se anche sembra che non risolva i problemi di questo mondo è perché ha preparato per noi qualcosa di ben più importante e prezioso. San Paolo, nella Lettera ai Romani, afferma "Ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi". Ciò che ora ci sconvolge, ci fa soffrire, ci confonde, non è nulla di fronte alla gloria che il Signore ha preparato per noi tutti, non lasciamoci distrarre, non permettiamo al male di questo mondo di toglierci la virtù teologale della Speranza che è l'attesa del Signore Gesù che viene a salvarci, a liberare la nostra vita. Non permettiamo al male di questo mondo di coinvolgerci nel suo meccanismo autodistruttivo, non cediamo alla tentazione dell'odio e della paura.
Non sappiamo quando il Signore Gesù verrà, meglio, così possiamo iniziare a prepararci da oggi stesso e non rischiare di non essere pronti quando verrà il giorno in cui entreremo nella pienezza della gloria di Dio, in quella patria che è pronta per ciascuno di noi.

Nessun commento:

Posta un commento