"Che cosa cercate?" Questa semplice domanda Gesù la pone ai due discepoli di Giovanni Battista che si erano avvicinati a Lui dopo che il loro maestro lo aveva indicato come il Messia atteso.
Ecco, questa domanda oggi il Signore la fa anche a ciascuno di noi "Che cosa cerchi?"
Perché vado a Messa, perché leggo il Vangelo, perché mi dico cristiano?
Gesù ci chiede di esprimere cosa muove le nostre scelte di fede, non perché abbia bisogno di saperlo lui ma siamo noi a doverlo chiarire a noi stessi.
La vita cristiana non può essere il desiderio di soddisfare una curiosità o un'abitudine ricevuta per educazione, sarebbe qualcosa di superficiale, poco più che un hobby.
La vita cristiana è stare con il Signore Gesù, il discepoli gli chiedono "Maestro, dove abiti?" ed egli risponde "Venite e vedrete". La vita cristiana, infatti, è un'esperienza del Signore Gesù, è sperimentare la sua presenza, la sua vicinanza, la sua pace. Non è qualcosa che si può leggere su un libro e nemmeno ascoltare in un'omelia o una catechesi, dobbiamo lasciarci coinvolgere personalmente.
Il libro, l'omelia, la catechesi, hanno il compito che ha avuto Giovanni Battista, di indicarci il Signore Gesù, l'incontro, però, è poi personale, deve essere una mia scelta e decisione.
Lasciamo, allora, sgorgare in noi, nel nostro cuore, questo desiderio profondo di stare con Gesù, di dimorare con Lui.
Impariamo a vivere alla presenza del Signore, che non è una presenza minacciosa e inquisitrice, come forse molti pensano. Al contrario la presenza del Signore è luminosa, dona luce ad ogni nostra azione, ci rende cioè capaci di vedere la verità delle cose, delle nostre decisioni, di ciò che ci accade perché tutto è illuminato dalla sua Parola di verità e salvezza.
Stare con il Signore non significa stare ore e ore in ginocchio in preghiera ma comprendere che Gesù non è lontano o distratto, è qui accanto a me, ora, in ogni momento della giornata, anche quando qualcosa mi turba, mi fa soffrire, mi preoccupa. In questi momenti, invece di lamentarci e lagnarci come facciamo di solito. impariamo a rivolgerci a Lui: "Signore, c'è questa situazione che mi fa paura, che mi fa soffrire, ma so che tu sei qui vicino a me, che mi dai forza e coraggio per affrontare tutto questo, perché anche attraverso tutto questo tu manifesti la tua gloria nella mia vita!".
Se non ci capita spesso di avvertire l'aiuto di Dio non è perché non ci aiuti ma perché siamo noi a non essere disposti a lasciarci aiutare, perché pensiamo di dover fare da soli.
Vivere alla presenza del Signore Gesù significa anche fare scelte di vita importanti, spesso contro corrente rispetto a quanto fanno le persone accanto a noi. Non vergogniamocene, se guardiamo bene in fondo al nostro cuore, sappiamo che quella è la scelta giusta, secondo verità, secondo il bene vero, e allora la possiamo compiere sapendo che ci donerà pace e serenità vere.
Se impariamo a dimorare con Gesù, ad averlo come amico al nostro fianco in ogni situazione della vita, il nostro cuore sarà nella pace e nella gioia vera. Una gioia così piena e traboccante che non potremo tenercela per noi e dovremo annunciarla a chi ci sta accanto.
Per un cristiano evangelizzare, annunciare, cioè il Signore Gesù, non è un dovere ma un bisogno, non ne può fare a meno perché la comunione con Dio è un'esplosione di gioia incontenibile. Così è stato per Andrea che appena trovato il fratello Simone lo ha portato da Gesù affinché anche lui potesse incontrarlo e fare la stessa esperienza.
Non abbiamo nulla da temere, dunque, lasciamoci condurre all'incontro con Gesù, chiediamogli anche noi "Dove dimori?", stiamo con Lui, lasciamoci illuminare dalla sua luce, scaldare dal suo amore e la nostra vita non sarà più la stessa.
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