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venerdì 8 agosto 2014

Oltre le nostre paure - Riflessione sul Vangelo di domenica 10 agosto 2014

La vita è già abbastanza complicata...
Quante volte ci siamo trovati a dire o ad ascoltare questa frase? Sì, perché spesso la nostra vita è davvero complicata e faticosa. Ma cos'è che la rende così?
I fattori possono essere molti am questa domenica Gesù ci aiuta a metterne a fuoco due: la paura e la presunzione di sapere come debbano andare le cose.
Dopo la moltiplicazione dei pani, l'evangelista Matteo ci riferisce che Gesù dovette costringere i suoi discepoli a partire in barca per l'altra riva del Mare di Galilea, che poi è solo un lago e nemmeno tanto grande. Ma perché dovette costringerli, perché non volevano andare? Non per riguardo a Gesù, perché non volevano lasciarlo solo ma perché sapevano bene che dopo il tramonto del sole sul lago si scatenano molto spesso venti molto forti e ne avevano una gran paura. Quando poi Gesù va loro incontro camminando sulle acque ricadono nuovamente nella paura, credono infatti, che Gesù sia un fantasma, e la loro presunzione di sapere come funzionano le cose li rende incapaci perfino di riconoscere Gesù; anche Pietro, che in uno slancio di fiducia cammina sulle acque verso Gesù, alla prima difficoltà si lascia prendere dalla paura e inizia ad affondare.
È la paura che ci fa affondare, che ci fa dubitare del Signore, di quello che ci chiede e ci propone. Anche noi, come i discepoli, pensiamo di sapere come debbano andare le cose, pensiamo di dover contare solo sulle nostre forze e sulle nostre conoscenze, facciamo fatica a fidarci debbano andare le cose, pensiamo di dover contare solo sulle nostre forze e sulle nostre conoscenze, facciamo fatica a fidarci del Signore, specie quando ci chiede qualcosa che è al di fuori dei nostri programmi o al di là delle nostre sicurezze. Anzi, proprio per non trovarci a doverci misurare con quanto temiamo, spesso preferiamo non ascoltare proprio quello che il Signore ci chiede, preferiamo restare con le nostre certezze e sicurezze.
Gesù invece ci spinge a superare le nostre paure e a mettere in discusione le nostre sicurezze, non per fare di noi dei temerari incoscienti con sprezzo del pericolo e pronti a tutto ma chiedendoci di fidarci di Lui, della sua parola e della sua provvidenza.
Gesù non vuole farci affondare nel mare del dolore ma farci affrontare le tempeste della vita con la sicurezza che quando siamo con Lui, quando compiamo la sua volontà, quando ci fidiamo di quello  che ci chiede, troviamo la serenità e la pace.
Iniziamo, allora, questa domenica a dire al Signore: voglio fidarmi di te anche quando mi chiedi qualcosa di cui non penso di essere capace, quando credo di sapere come debbano andare le cose e mi sembra impossibile che possano andare diversamente da così.
Scegliere di fidarsi del Signore più che delle proprie paure non è facile ma è ciò che fa la differenza tra una vita con l'acqua alla gola e una vita che giunge serenamente alla riva.

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