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sabato 24 giugno 2017

Valore vero - Riflessione sul Vangelo di domenica 25 giugno 2017

Quanto tempo, quante energie spendiamo ogni giorno per piacere agli altri, per assicurarci la loro approvazione, abbiamo paura di non essere apprezzati, di essere derisi ed emarginati.
Sappiamo bene, però, che non andremo mai bene a tutti così continuiamo a cambiare maschere, a tacere ciò che potrebbe non essere gradito al nostro interlocutore, a scendere a compromessi. Inutile pensare di essere immuni da questo sistema, ci caschiamo tutti fin da piccoli. A scuola studiavamo e ci impegnavamo per ottenere l'approvazione dei genitori e degli insegnati o, viceversa, non ci impegnavamo per ottenere la stima dei compagni di classe più scapestrati, al lavoro la situazione non cambia, cerchiamo di compiacere i superiori, con gli amici cerchiamo di blandire quelli che ci sembrano più autorevoli... Diciamocelo, è una gran fatica!
Come sempre, Gesù ci indica una via diversa, un cambio di prospettiva, invitandoci a non cercare l'approvazione di chi ci sta intorno ma piuttosto a riconoscere che il valore della nostra vita dipende dal fatto che siamo figli amati da Dio. Se impariamo a comprendere che la nostra vita non dipende da quanti ci sono amici, ci stimano e parlano bene di noi ma ha un valore immenso perché voluta e amata in modo unico e speciale da Dio, non avremo più bisogno di maschere, non dovremo più glissare su determinati argomenti, non dovremo più sembrare diversi da ciò che siamo.
Il Signore Gesù è venuto a liberarci da ogni schiavitù anche da quella dell'approvazione degli altri. Intendiamoci, Gesù non ci suggerisce di disinteressarci degli altri, anzi, ci invita ad essere testimoni del suo amore, delle sue parole ai nostri fratelli! Dobbiamo imparare a superare una grande paura che si diffonde ogni giorno di più: la paura della testimonianza. La nostra società, lo abbiamo già notato diverse volte, vorrebbe relegare la fede tra le attività da tempo libero: uno va in canoa, un altro dipinge, uno va a Messa... purché poi non annoi tutti raccontando le sue esperienze.
Ma la fede non è un hobby, è ciò che dà senso alla nostra vita, è la relazione più importante della nostra esistenza di cui nessuno può fare a meno, se vuole vivere una autentica pienezza di vita.
Se l'incontro con il Signore ci ha cambiato la vita non possiamo non raccontarlo, non lo possiamo tenere segreto, è troppo importante anche per i nostri fratelli.
Possiamo rischiare di essere presi per matti, per esaltati, per persone che si sono lasciate plagiare. Ricordiamo che dobbiamo testimoniare il nostro incontro con il Signore Gesù con serenità ed entusiasmo, chi ci ascolta deve leggercelo negli occhi. Facciamo attenzione a non propagandare le nostre idee e convinzioni spacciandole per verità evangeliche. Se viviamo una autentica relazione con il Signore, se ci mettiamo in ascolto vero della sua Parola non sarà difficile perché l'amore del Signore è contagioso, è come un vulcano nel cuore che deve esplodere e riversarsi sugli altri.
Annunciare il Signore Gesù ai fratelli non solo è compito di ogni cristiano ma è anche la cosa più bella e gioiosa che possiamo fare, l'unica cosa che ci riempie veramente la vita.

sabato 10 giugno 2017

Mistero d'amore - Riflessione sul Vangelo di domenica 11 giugno 2017

Nel corso di questi venti secoli di storia molti teologi hanno tentato di spiegare come possa Dio essere Uno e Trino, come sia una sola sostanza in tre persone... Questioni di fine teologia... Nessuno però è riuscito a spiegare bene questo grande mistero. Sant'Agostino ci mette subito in guardia: se lo puoi spiegare, non è Dio!
Il mistero di Dio Uno e Trino non è spiegabile non perché Dio sia un tipo timido e riservato che ci tiene alla sua privacy ma perché è un mistero d'amore e l'amore non si può spiegare, si può solo vivere. Avete mai provato a spiegare l'amore? Ci siete mai riusciti? Sono certo di no!
Oggi però la Chiesa ci fa celebrare la festa della Santissima Trinità, ci fa guardare direttamente nel cuore di Dio, nel suo mistero d'amore, non per capirlo, comprenderlo, catalogarlo ma per farcene innamorare!
Ascoltando bene non solo la pagina di Vangelo ma tutte le letture di questa domenica ci accorgiamo di come ci sia un unico centro: la relazione tra Dio e l'uomo. Questa è la vera novità, questo quello che dobbiamo comprendere: Dio vuole entrare in relazione con noi, vuole farsi conoscere da noi, vuole camminare con noi, vuole salvarci.
Dio è un Dio che ama e che vuole amarci e farci conoscere quanto ci ama. Come fa un padre con il figlio piccolo, si abbassa fino a noi, cerca ogni giorno modi nuovi per raccontarci la sua passione per ogni uomo, il suo desiderio di relazione con noi. Nel corso della storia dell'umanità ha scelto modi diversi per rivelarci il suo amore, per tenderci la mano, per farsi vicino a noi. Il più alto di tutti è l'averci donato il suo Figlio e, nello stesso tempo poiché Dio è in se Trinità di Persone, l'aver scelto di farsi come noi, di condividere la nostra vita e, soprattutto, la nostra morte per donare a noi la propria vita eterna, e poi ancora Egli stesso viene ad abitare nei nostri cuori nel dono dello Spirito Santo.
È sufficiente leggere qualche pagina della Scrittura per rendersi conto che davvero le ha pensate tutte e ogni giorno se ne inventa di nuove per ciascuno di noi.
Cosa ci dice, allora, questa festa?
Ci invita a cercare questa relazione con Dio, ad accoglierlo nella nostra vita, a fidarci di lui, a credere in lui. La fede non è un atto faticoso, complicato, arduo, è un semplice abbandono al suo amore, alla sua tenerezza di Padre, alla sua compassione di Figlio, alla sua consolazione di Spirito. Basta solo dirgli "Voglio credere in te, voglio fidarmi di te!" All'inizio sembra difficile perché non amiamo lasciarci andare, perdere il controllo, lasciarci guidare. Pensiamo che scegliere di credere in Dio porti a rinunciare a ciò che ci piace, in realtà è scegliere ciò che ci dà gioia vera: la vita eterna!
Lungo la storia dell'umanità molte persone hanno scelto di fidarsi di Dio, di credere in lui, di abbandonare a lui la propria vita, ciò che ne è risultato sono state tante vite, tutte diverse, ma tutte accomunate da un elemento: la gioia! Credere in Dio di dà gioia perché è entrare nella più importante e bella relazione d'amore che possiamo immaginare!
Ognuno di noi è chiamato a vivere nella gioia della vita nuova, la vita eterna, stretto nell'abbraccio del Padre, del Figlio e dello Spirito... che aspettiamo ancora?
Credo Signore, aiutami a fidarmi di te ogni giorno di più!